Comprendere l’amianto

Una serie di articoli per approfondire il micro e il macro mondo dell’amianto.

“[…] nessuno aveva la percezione che d’amianto ci si potesse ammalare e poi morire” si sente dire da una delle voci narranti del reportage “La città bianca dell’amianto”, girato nel 2017 a Casale Monferrato – una cittadina che, dal 1907, porta sulle spalle il peso della sua presenza  – sebbene solo negli anni ’70 si cominciò a pensare seriamente a questa relazione. Eppure, già nel 1898, Lucy Dean Streatfeild – la prima ispettrice della sicurezza sul lavoro in fabbrica nel Regno Unito – ipotizzò la correlazione tra malattie respiratorie e polveri d’amianto, chiedendo un’analisi al microscopio del minerale; nel suo rapporto lo descrive avente una struttura fibrosa aghiforme.

Ad oggi, l’amianto (o asbesto) e la sua pericolosità ci sono familiari sia perché viviamo in un periodo di particolare attenzione per la salute umana e ambientale, quindi sappiamo che sono in opera attività di bonifica in tutta Italia, sia perché per innumerevoli motivi abbiamo vissuto il declino delle aziende che lo lavoravano, con tutta la drammatica scia di vite spezzate che queste si sono portate dietro. Chiunque, infatti, si fosse trovato a contatto con le polveri d’amianto è andato incontro a malattie come asbestosi (malattia polmonare), carcinoma bronchiale e/o mesotelioma maligno (tumore). I tempi di latenza dell’asbestosi e del tumore al polmone possono essere molto lunghi: si manifestano, infatti, anche a distanza di 10 – 30 anni dall’esposizione. Sono ancora in atto casi giudiziari per attribuire le responsabilità delle morti dovute a queste malattie amianto-correlate e le bonifiche di quei luoghi – che adesso sembrano l’inferno quando fino ad una trentina d’anni fa rappresentavano “la grande fortuna”. 

L’amianto, dalla fine dell’Ottocento, è stato utilizzato nei modi più disparati: per esempio, ricordiamo l’Eternit, ovvero il nome commerciale della miscela cemento-amianto, con cui sono stati costruiti diversi manufatti come lastre di copertura per tetti, vasche di contenimento e altro; ma veniva anche addizionato a resine per la realizzazione di pavimenti e/o guarnizioni oppure addizionato al cartone per la creazione di pannelli ignifughi. Perché era dappertutto? Perché, per sua natura, l’amianto è un minerale che presenta elevata resistenza termica, chimica e meccanica conferendo, quindi, all’elemento a cui è addizionato una resistenza al calore, al fuoco e agli agenti chimici oltre che proprietà fonoassorbenti e termoisolanti. Era abbondante, quindi economico. Dove lo si trovava? Sui tetti, nei pavimenti, nei soffitti, nelle caldaie, nei muri, nei forni veri e anche a giocattolo (ehi! Ne abbiamo in abbondanza, dov’è il problema?!), nelle macchine, nelle strutture dei treni e nei sedili, porte, corde, guarnizioni, tubazioni, vernici, retine da laboratorio, collanti, strutture di vario genere e, per un po’ di anni lo si trovava anche nel DAS… Sì, la lista può essere lunghissima! Ah, vi ricordate la neve ne “Il mago di Oz”?

La fine degli anni ’70 ha rappresentato il momento di massima produzione mondiale dell’amianto; negli stessi anni, l’amianto viene ufficialmente classificato come cancerogeno, prima dall’AIRC e poi dall’OMS.
L’Unione Europea ha bandito l’amianto, e tutti i suoi prodotti, in tutti gli Stati membri nel 2005; l’Italia lo ha fatto nel 1992. La produzione e l’utilizzo dell’amianto, però, sono ancora permessi in alcuni Stati come Russia, Cina, Brasile, Vietnam, Ucraina.

Ma cos’è l’amianto? Perché si è passati da credere di avere tra le mani un minerale perfetto – da lavorare e modellare a piacimento e da usare nei modi più disparati, a volte anche dove non necessario – a considerarlo uno dei più pericolosi?

Chimicamente, l’amianto è un minerale abbondantemente presente in natura che appartiene al gruppo dei silicati, la cui struttura è data dallo ione complesso [SiO4]4-: formati, quindi, da un catione di Silicio Si4+  legato a quattro ioni di Ossigeno O2- che vanno a distribuirsi nella forma di un tetraedro: il Silicio al centro, quindi, e gli Ossigeni ai vertici. 

[Struttura tetraedrica dei silicati]

Comunemente vengono identificati sei tipi di amianto che si differenziano dalla presenza e dalla diversa concentrazione di altri tipi di atomi legati allo ione [SiO4]4- principale: per esempio esiste l’amianto ferromagnesiaco, quindi contenente di Magnesio (Mg) e Ferro (Fe); oppure l’amianto calcico, quindi che presenta atomi di Calcio (Ca) o anche l’amianto sodico, caratterizzato dalla presenza di atomi di Sodio (Na). Questi diversi amianti appartengono alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. Le differenze tra queste due serie sono dettate dalla disposizione dei tetraedri.

Esempi delle possibili disposizioni dei tetraedri a formare una singola catena, una catena doppia e una struttura a strati

Crisotilo: l’amianto bianco

Il crisotilo è l’unico tipo di amianto appartenente alla serie del serpentino e rappresenta la maggior parte dell’amianto commercialmente in uso, conosciuto anche con il nome di amianto bianco per via del colore della roccia amiantifera da cui si ricava. È un silicato idrato di Magnesio, con formula chimica [Mg2Si2O5(OH)]n, costituito da un foglio di silicati tetraedrici (indicato con T) legato ad un foglio di idrossido di Magnesio ottaedrici (indicato con O); questi due strati – che rappresentano il gruppo di base dell’intera struttura – si impilano all’infinito nella sequenza T-O, tenuti insieme da forze di interazione deboli e a corto raggio (ovvero le forze di Van der Waals). 

[Crisotilo]

Il Crisotilo è considerato uno degli amianti più pregiati per le sue fibre morbide e flessibili ma è anche quello maggiormente presente in natura.

Dove si trova? Stati Uniti ma anche in Italia, dove veniva estratto dall’Amiantifera di Balangero, in provincia di Torino. Era la più grande cava d’amianto di tutta Europa; la stessa citata nel capitolo Nichel de Il sistema periodico di Primo Levi, che vi lavorò per l’estrazione del Nichel dallo scarto della lavorazione della roccia per l’ottenimento dell’amianto. 

“C’era amianto dappertutto, come una neve cenerina: se si lasciava per qualche ora un libro su di un tavolo, e poi lo si toglieva, se ne trovava il profilo in negativo; i tetti erano ricoperti da uno spesso strato polverino, che nei giorni di pioggia si imbeveva come una spugna, e ad un tratto franava violentemente a terra.” 

Tremolite 

La tremolite appartiene alla serie mineralogica degli anfiboli; la roccia amiantifera da cui si ricava ha una colorazione grigio-verde ed una lucentezza da lasciare esterrefatti. La sua formula chimica è [Ca2Mg5Si8O22(OH)2]n: è, quindi, un silicato di Calcio e Magnesio costituito da una doppia catena di tetraedri [SiO4]4- – che condividono tre ossigeni – all’interno delle quali si distribuiscono i cationi di Ca e Mg. Questa struttura è tipica degli anfiboli quindi, cambiando i cationi tra le due catene di tetraedri, si possono ottenere tutti gli altri tipi di amianto appartenenti alla stessa serie mineralogica.

[Tremolite]

La Tremolite presenta una scarsa flessibilità quindi non ha avuto un particolare interesse dal punto di vista commerciale.

Dove si trova? In Italia la si trova nelle località alpine ma anche in Basilicata, nella zona del Pollino. Qualcuno una volta mi ha detto: “le persone trovano queste belle pietre verdi e se le portano a casa, senza sapere cosa stanno prendendo.”

Actinolite

L’actinolite appartiene alla serie degli anfiboli ed è un silicato idrato di Calcio, Ferro e Magnesio di formula [Ca2(Mg,Fe2+)5 Si8O22(OH)2]n. La sua struttura è a doppia catena, come la tremolite, ma presenta variabili concentrazioni di Fe che conferiscono alla roccia una colorazione che varia dal grigio-verde al verde scuro. 

[Actinolite]

Le fibre dell’Actinolite sono molto fragili.

Dove si trova? I luoghi di origine sono la Francia, l’Austria, la Norvegia ma anche il Canada.

Antofillite

L’antofillite è un silicato idrato di Magnesio con pochissimo Ferro, la cui formula è [(Mg,Fe)7(Si8O22)(OH)2]n.  Appartenendo alla serie mineralogica degli anfiboli, la sua struttura è a doppia catena di tetraedri; deriva dalla struttura della tremolite con sostituzione degli ioni Ca con quelli di Mg.

Il colore della sua roccia è scuro, tanto da ricordare il colore dei chiodi di garofano da cui deriva il suo nome. 

[Antofillite]

Trovare cristalli di antofillite non è comune perché, in genere, la si trova sotto forma di ammassi fibrosi particolarmente fragili. Per questa caratteristica e per la scarsa presenza in natura rispetto agli altri tipi di amianto, è stata usata principalmente come additivo nei prodotti a base di talco e nella cosmesi.

Dove si trova? Questo tipo di anfibolo si trova sul territorio finlandese.

Amosite: l’amianto bruno

L’amosite, sempre appartenente alla serie degli anfiboli, è simile all’antofillite ma molto più ricca in Ferro. Quindi è un silicato a doppia catena con un’alta flessibilità delle fibre, di formula chimica [(Mg,Fe2+)7Si8O22(OH)2]n.

[Amosite]

Molti degli studi che si trovano in letteratura, circa la tossicità delle fibre, basati su questo tipo di amianto.

Dove si trova? Uno dei più grandi Paesi produttori è il Sud Africa.

Crocidolite: l’amianto blu

La crocidolite, anche in questo caso, si presenta come uno spettacolo di riflessi e colori. È un silicato di Sodio, derivante dalla tremolite ma con sostituzione degli ioni Ca con quelli del Sodio (Na) [NaFe2+3Fe3+2Si8O22(OH)2]n.. Quindi, essendo un anfibolo, è un silicato a doppia catena con delle fibre molto sottili. Spesso, nella sua roccia, si possono trovare contaminazioni di IPA (idrocarburi policiclici aromatici)

[Crocidolite]

Ma quanto è bella la sua roccia?!

Dove si trova? Lo si estraeva in Canada, nel Sud Africa e anche in Europa, nelle Alpi Salisburghesi.

A livello macroscopico, abbiamo visto che l’amianto ha una bellezza devastante, proporzionale alla sua pericolosità. L’intensità delle malattie a cui va incontro chi è a contatto con l’amianto, come il tumore ai polmoni e l’asbestosi, dipende dal tempo di esposizione e dalla dose inalata. 


Tutti i tipi di amianto sono ugualmente pericolosi.

Per sapere come si presenta a livello microscopico e con quali tecniche si può osservare, ma anche com’è stato usato dall’uomo e come possiamo adesso liberarcene, tocca aspettare i prossimi articoli. 

Stay tuned! #Eternit

Fonti immagini:

  1. Eng7oda14, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Mahmoud666.JPG)
  2. SSSNOUR, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:%DA%A9%D8%A7%DB%8C_%DA%A9%D8%A7%D9%86%DB%8C.png)
  3. James St. John, CC BY 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by/2.0, via Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Chrysotile_in_serpentinite_12.jpg)
  4. Didier Descouens, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tr%C3%A9molite-Bar%C3%A8ge.jpg)
  5. James St. John, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Actinolite_amphibole_(California,_USA)_(32545259415).jpg)
  6. Aangelo, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Antofillite_-_Novate_Mezzola,_Lombardia,_Italia_01.jpg)
  7. Leon Hupperichs, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Grunerite-87345.jpg
  8. © Raimond Spekking (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Krokydolith_-_Mineralogisches_Museum_Bonn_(7385).jpg)

Francesca A. Frassino

Fonti

  1. https://www.pellicanoverde.it/

2. https://www.eticoscienza.it/2020/10/25/amianto-bello-e-dannato/

3. https://www.salute.gov.it/portale/temi/documenti/acquepotabili/parametri/Val_Amianto_documento_completo.pdf

4. https://www.internazionale.it/video/2017/06/28/amianto-eternit-casale-monferrato

5. https://www.saluteinternazionale.info/2011/04/lamianto-nei-paesi-in-via-di-sviluppo/#:~:text=Ogni%20variet%C3%A0%20di%20amianto%20%C3%A8,amianto%20e%20prodotti%20che%20contengono.

6. https://ec.europa.eu/taxation_customs/dds2/SAMANCTA/IT/Safety/Asbestos_IT.htm

7. http://www.filieraamianto.it/il-progetto-amianto-del-cnr-iia/

8. Vita M., Giordano F.; La tutela dell’ambiente dalla contaminazione da amianto. Lamisco (1998)