Erezione a sorpresa: la storia del Viagra®
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La pillola blu: chi non la conosce? Sapete, invece, come questo farmaco (Viagra®, principio attivo Sildenafil), sia entrato effettivamente in commercio?
La sua storia viene spesso insegnata agli studenti di Farmacia non solo come aneddoto divertente, ma anche come esempio di insuccesso o imprevisto che, inaspettatamente, può rivelarsi una scoperta sensazionale.

Come nasce un farmaco?

Prima di parlare di questa storia, ho la necessità di descrivere velocemente il processo di immissione in commercio di un farmaco, perché fu proprio durante una di queste fasi che il Viagra® ha manifestato, del tutto casualmente, il suo incredibile potenziale farmacologico ed economico. Non preoccupatevi, cercherò di farla il più breve possibile, se dovessi parlare nel dettaglio di questo argomento vi annoierei parecchio.

Quando si cerca una nuova cura per una patologia, si progettano e si sintetizzano (ovvero “si creano”) delle nuove molecole che possano colpire uno specifico bersaglio, ad esempio un recettore o una proteina, che sia cruciale per il manifestarsi della malattia. Dopodiché, una volta prodotte, queste molecole vengono testate in vitro (ovvero su cellula), sostanzialmente per verificare se riescono effettivamente a colpire il bersaglio scelto; spesso, infatti, molte delle molecole sintetizzate risultano inattive in questa fase, per la gioia di molti ricercatori (è sarcasmo, ovviamente!).

Le molecole risultate attive, invece, passano allo step successivo e vengono testate in vivo, cioè su modelli animali che riproducono la malattia: se risultano efficaci e non tossiche, proseguono fino agli studi clinici e finalmente vengono testate sull’uomo.

Spesso questo susseguirsi di eventi viene rappresentato come un imbuto, perché si parte con tantissime molecole… ma fondamentalmente solo una riesce a vincere la gara e arrivare agli studi clinici! È poi frequente che nemmeno riesca a superarli per mancanza di efficacia o per l’insorgere di nuovi effetti collaterali ma, per il Viagra®, il caso ha voluto che fosse proprio l’effetto collaterale a celare il suo vero potere.


La serendipity più fruttuosa del mondo

[di annca, Pixabay]

La definizione di serendipity è “lo scoprire qualcosa di inatteso e importante che non ha nulla a che vedere con quanto ci si proponeva o si pensava di trovare: tradotto in soldoni, la ben nota a tutti “botta di fortuna”, che è proprio quello che è successo alla Pfizer con il Viagra®. Il Sildenafil era stato concepito per curare delle disfunzioni cardiovascolari (come l’ipertensione arteriosa e l’angina pectoris), in quanto possiede un’azione vasodilatante dovuta al blocco di uno degli enzimi della famiglia delle fosfodiesterasi, ovvero la PDE-5. Superò gli studi preclinici senza mostrare nessun grave effetto collaterale ma, arrivato alla fase degli studi clinici, iniziarono gli “inaspettati” effetti secondari. Ai controlli, i pazienti che partecipavano allo studio si facevano trovare dalle infermiere sdraiati sul lettino a pancia in giù per nascondere l’evidente erezione in atto.

Potete biasimarli? Il Sildenafil non fa molte discriminazioni: inibendo la PDE-5 anche a livello della muscolatura liscia del pene, provoca di conseguenza una vasodilatazione pure in quella zona… solo che in quest’area il suo effetto si traduce fisicamente e visibilmente in un’erezione.

Le segnalazioni dei pazienti non sfuggirono certamente alla Pfizer: perché competere con altre aziende cercando di mettere in commercio un altro farmaco per disfunzioni vascolari, quando avrebbero potuto anticipare le rivali nel trattamento della disfunzione erettile? Scelta eticamente discutibile forse, dato che le prime patologie possono sfociare nella morte del paziente, mentre la seconda sicuramente non ha questo triste risvolto. Tuttavia, la Pfizer optò per la seconda scelta semplicemente perché all’epoca nessun farmaco per la cura della disfunzione erettile era ancora disponibile e, nonostante non sia una patologia mortale, è sicuramente invalidante dal punto di vista fisico e psichico.
Questa decisione si rivelò ovviamente fruttuosa: in quindici anni i profitti generati dalla vendita del Viagra®. hanno raggiunto i 26,5 miliardi di dollari.

Guadagno e altruismo: in medio stat medicamentum

[di martaposemuckel, Pixabay]

Quindi la Pfizer ci ha guadagnato? Beh, ogni azienda deve guadagnare da quello che produce e che mette in vendita e le case farmaceutiche sono a tutti gli effetti delle aziende. Fare ricerca, scoprire nuovi farmaci, testarli e individuarne la giusta formulazione richiede tempo e molto denaro. Quando finalmente l’azienda riesce a mettere in commercio il farmaco, il suo prezzo non coprirà solo i costi di produzione, ma anche quanto investito nella sua ricerca e creazione.

Il mondo del farmaco è un mondo complesso, in cui purtroppo la componente economica non può non essere presente e, per quanto si possa usare la testa, a volte è solo la fortuna a portare un immenso guadagno!

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Kelly Bugatti
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e attualmente dottoranda in Sintesi Organica. La sua miopia non le impedisce di vedere la chimica che si nasconde dentro ogni cosa, soprattutto negli alimenti; spesso parla ininterrottamente delle sue passioni, come se gli interlocutori fossero altrettanto interessati.

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