Oltre le formule: quando un nerd affronta l’arte

L’arte e la scienza sono due discipline spesso considerate agli antipodi, con caratteristiche pressoché opposte.

Soffermandosi un poco sui dettagli si scopre che, in realtà, esistono diverse affinità. In questo articolo mostrerò qualche similitudine fra l’arte e la regina di tutte le teorie fisiche, capace di far vacillare certezze vecchie di secoli e rivoluzionare la nostra comprensione della natura: la meccanica quantistica.

Simbolismo

Il simbolismo è parte delle rappresentazioni artistiche da tempo immemore, basti pensare alle pitture nelle quali i simboli dovevano evocare situazioni religiose e per questo spesso gli artisti erano affiancati da teologi, così da impostare correttamente le proprie opere. 

Come esempio significativo cito il teschio sotto la croce di Gesù presente in molti dipinti medioevali e che richiama le ossa di Adamo. 

Nella celeberrima croce di Giotto tratta dalla cappella degli Scrovegni (figura 1) il sangue di Cristo morto in croce bagna le ossa di Adamo a redenzione del peccato originale. La presenza delle ossa di Adamo non è casuale poiché la tradizione ricorda il Golgota – luogo della crocifissione, che in aramaico significa “luogo del cranio” – anche come il luogo della tomba di Adamo. 

Crocifisso di GiottoMuseo degli Eremitani di Padova

Passando a qualcosa di più recente e vicino alla realtà odierna, la divisione dei simboli rettangolari e a spirale nel celebre “bacio” di Klimt (figura 2) è rigidamente classificata di modo da dare un’iconografia rispettivamente maschile e femminile.

Il bacio di KlimtMuseo del Belvedere di Vienna

E’ altrettanto innegabile che il simbolismo sia una parte fondante di ogni teoria fisica, essendo volta a condensare la descrizione di un fenomeno in una serie di formule costituite appunto di simboli. A maggior ragione questo vale per la meccanica quantistica, che ha portato le moderne teorie sulle particelle elementari a ridurre tutte le costanti fisiche a combinazioni delle sole h, G, c, fino ad eleggerli simboli principi per la descrizione della natura.

Osservabili artistici

L’esperimento artistico di Piero Manzoni con la “merda d’artista” assomiglia moltissimo all’esperimento del gatto di Schroedinger.

Manzoni sostenne, infatti, di aver inscatolato dei suoi escrementi spacciandoli per “merda d’autore”, ma le prove che lo abbia veramente fatto non esistono: chi ha osato aprire qualche confezione al suo interno ha trovato una seconda scatola.

In buona sostanza nessuno può dire con certezza se all’interno delle confezioni vi siano gli escrementi dell’artista finché non le apre… Un po’ come nessuno può sapere se il gatto dell’esperimento di Schroedinger è realmente deceduto o meno prima che la scatola in cui è contenuto venga aperta.

Merda d’artista di P.Manzoni  – Museo del 900 di Milano 

Rigore matematico (la simmetria)

Esistono rappresentazioni artistiche prive di regola, come alcune assolutamente ingessate in modelli matematici precisi: si pensi alla rappresentazione umana derivata dai canoni classici in epoca rinascimentale (uomo di Vitruvio) e alle pitture con resa dello spazio legate alle leggi prospettiche. 

Emblematico l’esempio della celebre Pala Montefeltro di Piero della Francesca in cui il punto di fuga giace nell’uovo e tutti gli elementi della composizione sono rigidamente inseriti nel canone prospettico così da dominarla.

In questo ultimo caso la simmetria gioca un ruolo fondamentale e diventa l’ossatura della rappresentazione, proprio come in fisica teorica, dove le simmetrie e le loro “rotture” sono il meccanismo che interessa il fisico. Dove c’è una simmetria c’è una teoria che la descrive!

Pala Montefeltro di Piero della Francesca Pinacoteca di Brera

La ricerca del bello

Per quanto sia innegabile che l’arte sia un percorso alla ricerca di ciò che è bello, molti ricercatori ritengono lo stesso delle teorie: quando sono semplici ed eleganti nella loro formulazione vengono spesso definite “belle”.

Parafrasando il mito della caverna di Platone, la meccanica quantistica e l’arte sono descrizioni ottenute con luci diverse della stessa realtà, che dietro di loro si proietta come ugualmente “bella” e affascinante.

Sebastiano Spinelli

Fonti:

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