Alla ricerca dello spirito natalizio

Quando si parla di “magia del Natale”, possono essere tante le cose da tenere in considerazione.

Si tratta sicuramente di un momento percepito diversamente rispetto ad altri periodi dell’anno, almeno nell’immaginario collettivo medio, per chi è cresciuto nel mondo di stampo occidentale con tradizioni cattoliche.

Pubblicità, commercio e tradizioni locali hanno fatto molto per portare ulteriori icone da associare al Natale ed è proprio questo il punto.

Ci sono canzoni, lucine, addobbi, tavole imbandite, pacchetti colorati, cibo e abiti che richiamano questo periodo di festa; ma come reagiamo a tutte queste cose?

Possiamo in qualche modo “misurare” il nostro coinvolgimento? 

Che emozioni vi suscita questa immagine? [di Giftpundits.com, da pexels.com]

Alcuni scienziati hanno provato a rispondere a queste domande, con una piccola ricerca che rappresenta una buona base per futuri approfondimenti, riuscendo a trarre qualche conclusione. Lo scopo era verificare se in qualche area del cervello è davvero possibile rintracciare lo spirito natalizio, studiando appunto l’attività cerebrale sotto stimoli specifici.

Lo studio, pubblicato nel 2015, si è svolto a Copenaghen ed ha coinvolto 10 individui sani di cui è stata attestata la partecipazione alla tradizione del Natale ed altri 10, che invece non lo hanno mai festeggiato, essendo estranei per cultura e/o religione, ma che vivevano nella stessa area.

A tutte queste persone è stata effettuata una risonanza magnetica funzionale, volta a valutare l’attività cerebrale mentre erano sottoposti ad una serie di immagini, alcune delle quali a tema natalizio e altre simili per caratteristiche ma prive di qualsiasi richiamo alla festa.

Le persone che avevano tradizioni natalizie rispondevano diversamente a questo test, mostrando una più marcata attività sia a livello della corteccia motoria, che di quella sensoriale, oltre che del lobulo parietale, area del cervello che, secondo la suddivisione di Brodmann, è coinvolta nella processione ed associazione degli stimoli somatosensoriali (area 5) e nella localizzazione degli oggetti nello spazio (area 7).

Sembrerebbe quindi esistere davvero uno spirito natalizio, caratterizzato da una più marcata attività in specifiche aree del cervello. Questa attività è maggiormente osservabile nelle persone che partecipano a questa tradizione, anche se gli scienziati sono cauti nel dare qualunque tipo di conclusione.

Coinvolti o meno, auguro di passare a tutti delle belle vacanze, nella speranza che la vostra mente sia libera, rilassata e stimolata al punto giusto e nei punti giusti.

Davide Ghisi

Laurea triennale in Scienze della Comunicazione, Tecniche di Laboratorio biomedico e laurea magistrale in Biotecnologie Mediche. Percorso di studi contorto, persona semplice. Mi appassiona tutto ciò che siamo e che facciamo.

Fonti