Ognuno ha avuto i suoi idoli adolescenziali: Freddy Mercury, Michael Jackson, Madonna…
Io ho avuto Darwin.
Quando, per la prima volta, in seconda superiore ho sentito parlare di questo scienziato e ho studiato la sua teoria dell’evoluzione delle specie, qualcosa si accese in me ed iniziai ad adorare la scienza.
Non so dirvi la ragione precisa (facile spiegare l’amore, no?), ma studiare come le specie si evolvessero selezionando l’organismo più adatto a sopravvivere ad un certo ambiente fu per me davvero illuminante.
Iniziai quindi a leggere i suoi libri ed uno, in particolare, mi è sempre rimasto nel cuore: Viaggio di un naturalista intorno al mondo.
Darwin fu uno scienziato avido di sapere ed intraprese quel meraviglioso e pericoloso viaggio per amore della scienza, nonostante il mal di mare sia stato perennemente il suo fedele compagno.
In Viaggio di un naturalista intorno al mondo credo che questa sete di conoscenza sia abbastanza evidente: in ogni luogo che visitò non si limitò solo a descrivere gli animali più comuni, bensì andò a caccia delle particolarità, di esemplari rari e nascosti e grazie anche a questo suo lavoro meticoloso riuscì ad elaborare la famosa teoria dell’evoluzione e a pubblicare “L’origine delle specie“, che rivoluzionò il mondo scientifico e provocò, come è ben noto, l’ira della Chiesa, fortissima sostenitrice della teoria creazionista.
Il Nandù di Darwin
Ci terrei a condividere con voi questa storiella raccontata da Darwin in “Viaggio di un naturalista intorno al mondo“, che personalmente ho sempre trovato molto divertente. A caccia di esemplari rari a Rio Negro, Darwin fu ossessionato da un esemplare di uccello molto particolare:
“Quando mi trovavo a Rio Negro, nella Patagonia settentrionale, sentii i Gauchos parlare ripetutamente di un uccello rarissimo che chiamavano Avestruz petise. Lo descrivevano come più piccolo dello struzzo comune (che colà è abbondante), dicendo avere con esso intima rassomiglianza generale.“
Darwin si fece descrivere in modo dettagliato l’animale che, nonostante in quelle pianure fosse raro, qualche grado più a sud era decisamente più presente; andò anche spesso a caccia con i Guachos nella speranza di trovarlo. Scrisse infatti:
“Dicono che il suo piumaggio è più oscuro e macchiettato, che ha le gambe più corte e piumate più in giù che non quelle dello struzzo comune. Se ne fa caccia colle bolas con maggiore agevolezza delle altre specie. I pochi abitanti che hanno veduto le due specie, asseriscono che le potrebbero distinguere anche ad una grande distanza.“
A quanto pare questa differenza non era poi così evidente: in sua presenza uccisero un esemplare che lui reputò essere semplicemente un comune struzzo non ancora adulto.
Venne cucinato e servito per cena ma mentre mangiava Darwin venne colto da un dubbio. Chiese agli abitanti del luogo se quello fosse l’esemplare di Avestruz petise… e sì, era davvero così!
Fortunatamente la testa, il collo, le zampe, le ali, molte delle piume più grandi e parte della pelle erano state conservate permettendo di ricostruirne un esemplare quasi perfetto, che venne poi esposto al Museo della Società Zoologica di Londra.
Questo uccello fu chiamato in suo onore Nandù di Darwin o Darwin’s Rhea (nome scientifico Rhea pennata).
Perché tra tutti i racconti proprio questo mi rimase impresso?
In “Viaggio di un naturalista intorno al mondo” sono tantissime le storie divertenti che si possono leggere, tuttavia questa mi colpì particolarmente: il mio idolo aveva toppato!
Non aveva riconosciuto ciò che cercava da giorni ed era proprio davanti al suo naso! Tuttavia, riconosciuto subito l’errore, ha cercato di rimediare e ora il Nandù porta il suo nome.
La ricerca è fatta di errori ed anche grazie ad essi si impara. Non esiste un risultato inutile, ogni tipo di esito ci aiuta a capire come migliorare e aumentare la nostra conoscenza!
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Kelly Bugatti Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, attualmente dottoranda in Sintesi Organica. Nonostante la sua adolescenziale passione per Darwin, come vedete ora il suo amore è la chimica. Spesso parla ininterrottamente delle sue passioni, come se gli interlocutori fossero altrettanto interessati.
Fonte:
- Viaggio di un naturalista intorno al mondo, Charles Darwin, Traduzione di Antonio Sentilli, Newton Compton Editore.