“Nell’antichità l’uomo, ingannato dai propri sensi, riteneva che la Terra fosse il centro dell’universo. Poi ha capito che la Terra e i pianeti ruotavano attorno al Sole, posto al centro del sistema solare. In seguito ha compreso che il Sole è una stella come miliardi di altre, mentre l’inganno dei sensi aveva ancora fatto ritenere che il Sole si trovasse al centro della Via Lattea, e che questa abbracciasse tutto l’universo. Nel tempo, ha scoperto che il Sole occupa una posizione periferica nella Via Lattea, che questa è una galassia fra miliardi di altre, e che tutte insieme costituiscono il nostro universo. E ora ci domandiamo: ma questo è veramente tutto ciò che esiste, o è solo un universo fra infiniti altri?”

Margherita Hack

Vi ritrovate spesso a guardare il cielo con il naso all’insù?
Vi chiedete, di tanto in tanto, se siamo soli nell’Universo? O come sia possibile andare nello spazio?
Vi domandate di continuo come si possa studiare corpi celesti così lontani da noi?

Non abbiate timore allora: questa categoria fa proprio per voi!
I nostri AstroCosi (come li abbiamo affettuosamente soprannominati) sono pronti a rispondere ad ogni vostra curiosità con i loro stellari articoli!

Ogni mercoledì un nuovo articolo a “tema spaziale”, nel difficile (se non impossibile) tentativo di rispondere alle vostro domande, partendo dai buchi neri e dalle stelle fino ad arrivare alle strumentazioni in uso e, perché no, alla fantascienza!

L’autovelox dell’Universo

Confesso che l’articolo di oggi potrebbe apparire a prima vista un poco… Lanciato. Prima si affronta il tema “palle”. Spiegata la questione palle, si comincia a parlare di “curve”. Scollinato anche l’argomento curve, si passa alle “luci rosse”. Andrea, per questo #Astrowednesday, ha forse deciso di sfoderare tutta la sua malizia oppure ci sta brillantemente svelando altri misteriosi segreti sull’Universo?

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Musica nello spazio: perché lassù nessuno può sentirci?

Immaginate di trovarvi a fare autostop galattico insieme a Arthur Dent e Ford Prefect verso la stella Betelgeuse, riferimenti non del tutto casuali a “Guida galattica per autostoppisti”. All'improvviso, mentre attraversate lo spazio profondo, da un punto non precisato si diffondono le note di “Also sprach Zarathustra” di Richard Strauss, suonata dal vivo da un’orchestra di alieni.

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Il secondo della creazione

“Un secondo!”. Un’espressione che si usa di frequente quando invochiamo un po’ più di tempo, un semplice istante a cui diamo – implicitamente – un valore insignificante. Tuttavia, se un solo secondo… o, meglio, se una frazione di secondo infinitesima desse origine a tutto ciò che conosciamo? Davide Laudicina ci descrive il primo respiro di vita del nostro universo, raccontando cosa è accaduto nel solo – primissimo – secondo… che, non serve dirlo, fu tutt’altro che “insignificante”.

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Un viaggio nel tempo di 13 miliardi di anni seduti sul divano – Ovvero la storia di un magico sterco di uccelli – seconda parte

Ricordate quando abbiamo parlato dei premi Nobel per la Fisica? Bene, in questo Astrowednesday Sebastiano ci porta a conoscere il progetto FIRAS e quali impatti ha avuto sulla ricerca scientifica...

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Un viaggio nel tempo di 13 miliardi di anni seduti sul divano – prima parte

Il primo capitolo di questa assurda storia ha come protagonisti (ma ne siamo sicuri?) due ingegneri della Bell che, lavorando con delle antenne (a radiofrequenza), continuavano a registrare nei loro strumenti un rumore isotropo nello spazio (cioè proveniente da ogni direzione) di cui non riuscivano ad identificare l’origine.

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