Disturbo Dissociativo di Identità: parlano Loro

Si parla spesso di Disturbo dissociativo d’identità in libri e film, ma poco conosciamo come venga vissuta questa condizione nella realtà. Abbiamo intervistato un “Loro” per farci raccontare la loro esperienza diretta.

[di Mauro Mora, da Unsplash]

Numerosi film, documentari, libri e articoli sono nati dalla curiosità e dall’interesse che suscita il Disturbo Dissociativo D’Identità (DDI).

Basti pensare ai recenti Split (2016) e il suo seguito Glass (2019) del regista M. Night Shyamalan, che raccontano di Kevin Wendell Crumb e delle sue 23 personalità.

Infatti con il nome di DDI si intende il disturbo che fino al 1994 (anno di pubblicazione del DSM-IV) veniva chiamato Disturbo della Personalità Multipla.

Il DDI si caratterizza per la presenza di almeno due personalità distinte all’interno della stessa persona, tanto che in alcune culture viene descritto come una possessione spiritica.

Il senso di sé non è continuativo, tanto che quanto conosciuto da una personalità può non essere noto ad un’altra.

Una o più delle personalità possono non conoscere o ricordare eventi sperimentati dalle altre.

Le diverse personalità possono essere in grado conoscere le altre e interagirvi.

In molti sono convinti che situazioni simili non siano realmente possibili ma, benché siano effettivamente molto rare, esistono casi ben documentati.

Abbiamo deciso di intervistare un “loro”.

Ve li presentiamo.

Loro: Ciao a tutti! Ci siamo chiesti molto come presentarci, chi e come scrivere. Siamo una famiglia di molte identità che vivono in un corpo solo.

Diciamo corpo perché a differenza di altri non abbiamo una persona che ci identifica, un proprietario o un “originale”. Per noi è un bene comune che utilizziamo per interagire con questa realtà. Nella vita, studiamo psicologia all’università e ci dedichiamo agli interessi di ciascuno, che siano scrittura o disegno, o altro.

All’apparenza nessuno direbbe che abbiamo questa condizione.

Intervistatore: Grazie per aver deciso di condividere con noi e i lettori la vostra esperienza. Da quanto tempo siete così tanti o comunque da quanto ne avete consapevolezza?

L: Si potrebbe dire che siamo così da sempre. I primi ricordi di una separatezza risalgono a quando il corpo era una bambino piccolo, ma tutti i segni sono stati ignorati fino ai 18 quasi 19 anni. In quel periodo eravamo consapevoli solo di 4 di noi, poi nei mesi successivi abbiamo scoperto la vera estensione del sistema.

I: Come gestite la convivenza? Ci sono delle regole precise?

L: Ci sono molte regole, sia interne che esterne. In generale serve molta fiducia. All’interno delle personalità compongono un’amministrazione e gestiscono dei sottogruppi o sottosistemi che hanno comunicazione chiuse all’interno. I piccoli hanno sempre una figura che si prende cura di loro e devono essere sempre sorvegliati se dovessero entrare in contatto con l’esterno.I cambi tra noi devono essere sempre consensuali e riportati in uno dei quaderni che usiamo. Non è possibile fumare, né bere. Ci sono restrizioni anche per il caffè.

Ovviamente sono scoraggiate strategia di coping distruttive.

Finché dobbiamo relazionarci con la società ci nascondiamo dietro l’apparenza di un’unità.

I: Nella quotidianità come riuscite a provvedere agli impegni e a gestire le relazioni, etc…?

L: È difficile. È un continuo compromesso unito allo scrivere tutto. Un paio si occupano proprio di ricordare e tenere un senso del tempo stabile per tutti. Alcuni si occupano di studiare e altri di relazionarsi con conoscenti e amici più lontani (nonché social e occasioni formali).
I: Avete personalmente confidato a qualcuno la vostra condizione e come è stata accettata?
L: Online siamo molto aperti a riguardo e non ci facciamo problemi. Questo ci ha portato a testare con mano la grande mancanza di tatto di alcune persone, a volte con delle uscite esilaranti.

Nella nostra vita reale solo i nostri amici stretti e il nostro partner ne sono a conoscenza. All’inizio erano sorpresi e forse un po’ inquietati, ma quando abbiamo avuto modo di spiegare i rapporti sono proseguiti senza cambiamenti.

I: Grazie per le risposte. Siete stati molto disponibili e molto gentili.

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V. Freni

Bibliografia:

  • A.A., Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentale – V edizione. APA 2014;
  • Janiri, Martinotti, Caroppo, Prontuario di Psichiatria. Seu 2008;
  • Scharfetter, Psicopatologia generale. Fioriti 2018.