I dolcificanti sono un’alternativa allo zucchero sempre più utilizzata, complici l’aumento del numero di soggetti obesi o diabetici e una maggiore attenzione a un’alimentazione equilibrata.
Ma vi siete mai chiesti come ci siamo imbattuti in questi dolci composti, che zuccheri non sono? La risposta è più semplice (e meno gloriosa) di quanto possiate immaginare: per semplici distrazioni e incomprensioni da parte degli scienziati (unite, per fortuna, alla loro capacità di porsi le giuste domande)!
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Ecco a voi tre esempi celebri:
- la saccarina, il primo dolcificante artificiale, fu scoperta per caso nel 1879 dal ricercatore Constantin Fahlberg. È necessaria una premessa: all’epoca i controlli di sicurezza nei laboratori non erano sicuramente come quelli odierni, gli scienziati non erano particolarmente interessati a proteggere sé stessi e i guanti da laboratorio non erano ancora stati inventati. Il nostro Fahlberg stava lavorando sull’ossidazione dell’o-toluenesulfonamide e dimenticò di lavarsi le mani prima di pranzare… Errorucci da niente! Mangiò il suo pezzo di pane trovandolo stranamente dolce… e subito dopo amaro. Stranito, chiese alla moglie se anche lei sentisse questa sequenza di sapori, ma la donna (probabilmente interrogandosi sulla salute mentale del suo uomo) negò. Fahlberg si rese allora conto che la dolcezza che aveva in bocca era in realtà da ricondurre alle sue dita, macchiate da un derivante del toluene, il quale sarebbe in seguito stato chiamato saccarina [1]. È interessante notare come l’uso della saccarina tuttavia non prese piede fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale, quando lo zucchero venne razionato e la carenza di dolcificanti naturali diede l’impulso alla sua diffusione;
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- lo scienziato James Schlatter si imbatté per la prima volta nella dolcezza dell’aspartame parecchi anni dopo, nel 1965. Leccatosi le dita per girare la pagina del libro che stava leggendo, realizzò che l’improvvisa dolcezza che avvertiva in bocca era dovuta al reagente chimico che stava studiando [1]. (Un assaggio di biochimica: l’aspartame fu sintetizzato da Schlatter come intermedio nella generazione del tetrapeptide della gastrina, durante lo studio di composti contro l’ulcera). Come direbbe oggi qualcuno “Se non ti lecchi le dita…” ;
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- il sucralosio fu invece scoperto dall’indiano Shashikant Phadnis nel 1976. Costui fraintese le istruzioni date dal suo supervisore: invece di “to test” (testare), capì “to taste” (assaggiare) e sperimentò direttamente sul suo palato il composto chimico (zucchero clorurato) con cui stava lavorando (please do not try this in your lab!!). Sopravvisse e fece la sua dolce scoperta [2].
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Un mondo di scienziati perfettamente anglofoni e sempre attenti all’igiene in laboratorio… Sarebbe un mondo senza diet soda!
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Silvia Achilli Dottorata in Biochimica e attualmente Post-Doc in Chimica Analitica. Da ormai 4 anni residente in Francia, si batte per i diritti delle pizze maltrattate dai francesi. Quando non è prigioniera della sua gatta, diventa una appassionata fotografa dilettante ed è pazza per i viaggi.
Fonti:
- https://science.howstuffworks.com/innovation/scientific-experiments/9-things-invented-or-discovered-by-accident5.htm;
- https://www.opposingviews.com/health/most-artificial-sweeteners-created-by-accident.
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