È arrivata l’estate e molti di noi, come moderni viandanti, intraprenderanno più o meno impegnative passeggiate nella natura. Lungo il percorso ci imbatteremo sicuramente nella “Piantaggine”, pianta il cui nome deriva dal latino plantago, ossia “pianta del piede” di cui ricorda la forma allungata, oltre per la sua caratteristica resistenza al calpestio, soprattutto per la sua larga presenza proprio lungo i sentieri battuti.
La piantaggine appartiene alla famiglia delle Plantaginaceae ed e’ stata identificata in numerose specie e sottospecie, oltre 200!
La Plantago spp. è descritta, nella tradizione da Plinio il vecchio alla scuola medica salernitana, come ‘’Fortuna del Viandante’’ per le sue virtù; impariamo dunque a riconoscerla e scopriamone le proprietà: la troviamo ovunque e pressoché tutto l’anno in Italia, nei prati e lungo i sentieri, spesso proprio al centro e nelle zone maggiormente calpestate, come simpatici ciuffi dalle foglie lunghe, con nervature parallele, disposte a rosetta, a circondare un alto stelo che termina con una singola infiorescenza.
La piantaggine è presente in numerosi preparati erboristici in commercio e utilizzata nella tradizione per le sue proprietà espettoranti, lassative, antinfiammatorie e cicatrizzanti.
Le sue lunghe foglie e la sua buffa infiorescenza sono infatti una riserva di:
- mucillagini: glicoproteine in grado di catturare tantissime molecole di acqua, assumendo una caratteristica consistenza gelatinosa. Sono responsabili delle proprietà lassative ed espettoranti delle sue infiorescenze;
- glucosidi iridoidi: si tratta di una classe di molecole biosintetizzate da diverse famiglie di piante probabilmente a scopo difensivo, caratterizzate da una struttura molecolare di base di dieci atomi di carbonio e un anello formato da cinque atomi di carbonio, come in figura:
Questa struttura di base può essere presente in molteplici varianti, la maggior parte delle volte, legando glucosio o piccolo catene di zuccheri.
I glucosidi iridoidi sono responsabili delle proprietà antinfiammatorie e decongestionanti della piantaggine, è infatti ampiamente documentata in letteratura la capacità di queste molecole di intervenire nei processi infiammatori inibendo la sintesi dei mediatori chimici dell’infiammazione e dunque alleviandone i sintomi. Sono per esempio coinvolti nell’azione antinfiammatoria esplicata dal ben più noto artiglio del diavolo.
Studi sulla composizione del fitocomplesso di Plantago spp mostrano la presenza di diversi iridoidi, tra cui il più noto e’ sicuramente l’aucubina (in foto).
Il mix di principi attivi la rende un prezioso aiuto in caso di piccole ferite e punture di insetti.
La piantaggine si rivelerà quindi particolarmente utile in caso di disavventure nelle nostre scorribande estive applicata localmente tramite bendaggio, tritata dopo un accurato lavaggio in acqua bollita, o frizione energica sulla puntura, per lenire l’infiammazione, il gonfiore, il prurito e il bruciore.
Aguzziamo quindi la vista e lungo il percorso, chissà che la natura ancora una volta possa venirci in soccorso e…
buona passeggiata a tutti! ☺
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Cristina Sirignano Una laurea in chimica e attualmente studentessa “in erba” di Tecniche erboristiche. Appassionata di chimica e biochimica applicate a fitoterapia, cosmetica e cucina e un sogno nel cassetto…un futuro da strega!
Bibliografia:
- https://goldbook.iupac.org/html/I/I03253.html
- https://it.wikipedia.org/wiki/Aucubina
- Review: “Chemical constituents and medical benefits of Plantago major”; Biomedicine&Pharmacotherapy , Volume 96, December 2017, Pages 348-360, Muhammad Bahrain Adom et al.
- “The traditional uses, chemical constituents and biological activities of plantago major L.A review”; Journal of Ethnopharmacology, Volume 71, Issues 1-2, July 2000, pages 1-21, Anne Berit Samuelsen