Molto più di una spremuta

La Chimica è davvero molto stimolante perché, anche in oggetti comuni, svela un’intricata complessità fatta di atomi e molecole. In cucina, agrumi come arance e limoni sono utilizzati in molti modi: mia mamma ne usa le scorze ed il succo per rendere dolci più aromatici sia al gusto che all’olfatto.

E come non ricordare le scorze di arance candite ed immerse nella cioccolata fondente che hanno rappresentato le “caramelle” della mia infanzia?!

[di 1195798, Pixabay]

Probabilmente la molecola più nota presente negli agrumi è la vitamina C, detta anche acido ascorbico.

Si tratta di una molecola essenziale per la vita, in particolare per la maturazione del collagene, la proteina più abbondante nei mammiferi che ha funzioni prettamente strutturali.

Una carenza di vitamina C causa lo scorbuto, patologia molto diffusa sulle navi durante il periodo delle grandi esplorazioni, che si presenta con svariati sintomi, come emorragie gengivali, anemia e perdita di appetito.

Eppure, gli agrumi contengono una molecola meno nota, ma di certo non meno interessante: il limonene.

Questa è una molecola chirale: come le mani, esiste in una versione “destra” ed una “sinistra”. In chimica ciascuna delle due versioni è chiamata enantiomero ed indicata con le lettere D o L. L’enantiomero presente negli agrumi, che ne conferisce il tipico profumo, è l’enantiomero D.

Il limonene è un idrocarburo, ovvero un composto di idrogeno e carbonio
(Sì, esattamente come la benzina ed il gasolio delle automobili!).

Inoltre, per la sua struttura chimica, viene classificato tra i terpeni, come spiegato molto bene in un precedente articolo del #ChemTuesday.

Il limonene ha veramente tanti utilizzi. Il più noto è quello di additivo alimentare/cosmetico per conferire al prodotto il piacevole profumo e sapore di agrumi.

Inoltre, essendo un idrocarburo, il limonene è in grado di sciogliere le sostanze idrofobe, cioè quelle sostanze che “temono l’acqua”, come i grassi e lo stesso limonene.

In pratica, si adopera il principio chimico “Similia similibus solvuntur”, cioè “il simile scioglie il simile”.

Quindi, in numerosi prodotti per le pulizie il limonene funge sia da “profumo” che da “principio attivo” contro lo sporco da unto.

Ancora, nel settore medico-biologico, è stato osservato che, come riportato dalla Fondazione Veronesi, il limonene potrebbe interferire con la proliferazione di cellule cancerose, per la sua attività antinfiammatoria.

Infine, la produzione di agrumi, oltre all’aspetto alimentare, può contribuire a saziare anche la “fame energetica” delle nostre società tecnologicamente progredite.

Il limonene è, infatti, un idrocarburo, quindi lo si può considerare un biocarburante… Chissà se in futuro sarà possibile fare il pieno con le bucce d’arancia!

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Jonathan Campeggio Dottorando in Scienze Molecolari presso l’Università di Padova, si occupa di chimica teorica. Sviluppa modelli e teorie super complicatissime, ma non disdegna la cara vecchia chimica “da banco”.

Bibliografia

  1. Mohammad Pourbafrani, Gergely Forgács, Ilona Sárvári Horváth, Claes Niklasson, Mohammad J. Taherzadeh, Production of biofuels, limonene and pectin from citrus wastesBioresource Technology, Volume 101, Issue 11, 2010, pages 4246-4250;
  2. https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/del-limone-e-la-scorza-la-parte-piu-benefica.