Oltre troppi limiti: Wernher von Braun.

Parte I: 1912-1933.


[Un giovane Wernher von Braun, al centro. A sinistra il fratello maggiore Sigismund, futuro diplomatico, e a destra il fratello minore, Magnus Jr. Credito: V2Rocket.com.]


Tra i grandi nomi dell’astronautica, Wernher Von Braun occupa indubbiamente un posto particolare. Particolare in virtù, in primo luogo, della sua storia, intrecciata in modo indissolubile coi grandi eventi del 20° secolo.

In questa serie di articoli la esamineremo, avvalendoci anche di contributi emersi solo recentemente.

Wernher Magnus Maximillian Freiherr1 von Braun (questo il suo nome per intero) nasce il 23 marzo 1912 a Wirsitz, l’odierna cittadina polacca chiamata Wyrzysk, all’epoca Prussia Orientale.

Senza dubbio, è possibile definire il contesto familiare di nascita come “privilegiato”: Wernher è infatti figlio del barone Magnus von Braun e della baronessa Emmy von Quistorp.

La casata dei von Braun ha ben chiara l’etica della nobiltà prussiana del tempo: servire lo Stato, indipendentemente da chi lo governi, è il massimo onore, e la principale carriera, assieme alla gestione della tenuta e delle attività familiari.

Difatti, Magnus von Braun, dopo una carriera militare di successo nella Germania imperiale e alterne fortune nel suo pubblico servizio, intervallate da un periodo come direttore di un istituto di credito agricolo, diverrà ministro dell’agricoltura (nel governo von Papen).

Wernher, secondo di tre fratelli, riceve un’istruzione di prim’ordine, manifestando una predilezione per la musica, sua prima passione, in particolare il pianoforte e il violoncello. Compone anche delle melodie, e fatica non poco in matematica e in fisica.
È però il legame con la madre, appassionata di scienza (ornitologia e astronomia in particolare) e l’incontro con un libro, ad accendere nel giovane la fiamma della curiosità anche verso gli àmbiti scientifici. La madre gli regalerà un telescopio per la sua cresima, mentre il libro, “Die Rakete zu den Planetenräumen” (“Il razzo nello spazio interplanetario”) di Hermann Oberth, spingerà un tredicenne von Braun a chiedere ai propri insegnanti del collegio di Ettersburg, vicino Weimar, di insegnargli tutto quel che gli serve per capire. Proprio matematica e fisica.

Da lì a poco inizieranno i primi esperimenti di von Braun coi razzi, con risultati tra l’altro simili a quelli di Goddard, altro pioniere della missilistica, però americana: esplosioni, serre e finestre infrante, cavolfiori coperti dai pezzi dei vetri.

Nel 1927 si unisce alla nascente Verein für Raumschiffahrt (VfR, “Società per il volo nello spazio”) dando il via, con i suoi esperimenti anche al limite del folle, a ciò che è conosciuto come Raketenrummel2.

Nel 1928 inizia a scrivere anche un manuale di astronomia, usando anche illustrazioni di pubblicazioni dell’epoca. Si diploma nel 1930, un anno prima del normale, e i suoi voti migliori sono in matematica e fisica.

Segretamente, però, la VfR ha attratto la curiosità dell’esercito, e in particolare del colonnello Karl Becker della sezione balistica e munizionamento dell’artiglieria, che diviene un finanziatore della società, consentendo di aprire la prima sede, il Raketenflugplatz (“Campo di volo per razzi”) alle porte di Berlino.

Nel frattempo, la situazione economica della Germania di Weimar è precipitata: l’inflazione e la disoccupazione sono alle stelle, e ciò faciliterà l’ascesa dei nazisti al potere. Ciò preoccupa poco von Braun, che dalla sua tranquilla posizione economica si può permettere anche lezioni di volo su alianti.

Dopo solo un semestre di università (ingegneria meccanica) a Charlottenburg, un quartiere di Berlino, Wernher decide di trasferirsi a Zurigo, e si iscrive all’ETH (Eidgenössische Technische Hochshule, “Politecnico federale”). A luglio 1931, dopo un altro solo semestre, si ritira dall’ETH per tornare a Charlottenburg, ma non prima di permettersi un viaggio in Grecia di un mese, passando anche per l’Italia. Al ritorno in Germania riprende gli studi, e ottiene il brevetto di volo per alianti.

A metà aprile 1932, per la VfR, le cose cambiano: l’Esercito, nella persona del Colonnello Becker e dei capitani Walter Dornberger ed Ernst Ritter3 von Horstig, arriva a tentare di “inglobare” le attività della società nell’esercito, e ciò per una precisa ragione: il trattato di Versailles del 1919 proibiva alla Germania la rifondazione dell’aviazione, ma non affermava nulla a proposito dei razzi, di fatto permettendone involontariamente lo sviluppo. A partire dal 1928, però, la Germania cominciò segretamente il riarmo, e questo scatenò la ricerca di nuovi mezzi, legali o meno, che fossero efficaci ed efficienti in relazione alla spesa per lo sviluppo. E i razzi sembravano essere promettenti: un test di lancio, effettuato il 22 giugno 1932 dalla base dell’esercito di Kummersdorf, vicino Berlino, non ottenne i risultati tecnici sperati (600 metri d’altitudine, invece dei 3500 nominali), ma von Braun impressionò per le sue competenze, e accettò l’offerta di Becker: lavorare allo sviluppo di razzi per conto dell’artiglieria a Kummersdorf, naturalmente in cambio di copiosi finanziamenti.

Questa mossa, senza dubbio opportunistica, del ventenne Wernher von Braun lo porterà definitivamente dal lato sbagliato della storia. Alle elezioni del 31 luglio il NSDAP prende quasi il 38% dei voti, ma Hitler si rifiuta di fare parte di alcun governo se non da cancelliere. Alle elezioni del novembre 1932, i nazisti perderanno 34 seggi, ma resteranno partito di maggioranza. Il 30 gennaio 1933, mentre von Braun sta già lavorando per creare un razzo alimentato da alcool puro al 75% e ossigeno liquido capace di generare 1,47 kN di spinta, Hitler diventa cancelliere, e il decreto che gli conferisce i poteri dittatoriali è approvato il 23 marzo, giusto il 21° compleanno di von Braun.

Nella prossima puntata vedremo gli sviluppi di queste scelte.


Marco Cannavacciuolo

Laurea in Economia, master in giornalismo e comunicazione, informatico di professione.
Una inesauribile curiosità per tutto quel che lo circonda e tanta passione per la divulgazione.
Su Bar Scienza si occupa principalmente di spazio, sia essa storia dell’esplorazione spaziale o tecnologie derivate da essa.

Collabora con riviste del settore aerospaziale, come “Spazio Magazine” e gestisce una sua rubrica settimanale ogni sabato alle 10:30 su una web radio locale, www.linearadiosavona.com.

Il suo primo libro è “Dallo spazio alla radio” (per saperne di più :https://linktr.ee/dallospazio) i cui proventi andranno all’Istituto Ospedaliero “Giannina Gaslini” di Genova.


Biografia (parziale), fonti e note:

  • Michael J. Neufeld, “Von Braun: dreamer of space, engineer of war” – Smithsonian Institution, 2007.
  • Douglas Brinkley, “American moonshot: John F. Kennedy and the U.S. space race” – HarperCollins, 2019.

[1] Il nome “Freiherr” (dal tedesco “libero signore”) è in realtà un titolo nobiliare tedesco. Von Braun è infatti un barone, e nella Germania dell’epoca i titoli nobiliari costituivano parte integrante del nome.

[2] Un gioco di parole in tedesco, perché Rummel vuol dire sia “frastuono” che “movimento”, traducibile quindi alla bisogna o con “movimento per i razzi” oppure come “frastuono dei razzi”.

[3] Anche von Horstig è un nobile, come avrete notato sia dalla presenza del “von”, che da “Ritter” (dal tedesco “cavaliere”), anch’esso un titolo nobiliare.