Pillole Eco – Mutande assorbenti

DISCLAIMER: i prodotti il cui utilizzo viene descritto in questo articolo non hanno in alcun modo finanziato né questa pagina né l’autrice dell’articolo. Ogni opinione a riguardo di essi è frutto dell’esperienza personale  (e non finanziata) di Silvia.

Vorrei inaugurare questa nuova rubrica parlando di un argomento socialmente accettato, in maniera indiretta e con toni pacati.

O forse no. 

Perché oggi, cari amici, piaccia o no, intendo parlare di MESTRUO.

Che sia o meno dovuto al peccato originale, sta di fatto che UNA VOLTA AL MESE noi donne abbiamo sbalzi di umore, vorremmo accoltellare ogni essere vivente che ci capiti a tiro, ci gonfiamo come delle mongolfiere e vorremmo morire a letto.

Ovviamente esistono donne che riescono a vivere le mestruazioni con più serenità eh, ma – guarda caso – io sicuramente NO.

 Me ne vado in giro col mal di pancia, con gli amici brufoletti mestruali e vestita di nero.

Sì, vestita di nero perché io proprio non ce la faccio, io odio i tampax o ob. 
Solo in extremis li utilizzo, al mare o in piscina. E se riesco, manco in quelle occasioni.

Fino a qualche mese fa ero una aficionada di assorbenti, soprattutto Lines è (mon amour ???? ) che ovviamente sono introvabili in Francia, così me li facevo mandare dall’Italia manco fossero cocaina… Anche se, economicamente parlando, la cocaina forse costa meno degli assorbenti (diventerò vecchia aspettando che ci venga tolta l’Iva al 22%).

 ANYWAY, sia per tamponi sia per assorbenti si ripropone spesso e giustamente la spinosa questione dello smaltimento: come ben sapete, uno dei nostri buoni propositi del 2019 è quello di diventare più eco-friendly. 
Ma è indubbiamente è difficile coniugare in un unico prodotto comodità, salute, praticità e, bien sur, ambizioni ecologiste.

Tutta ‘sta mia confessione per dire che (*rullo di tamburi*)… Sono finalmente passata alla mutanda da ciclo!

Si tratta di mutande assorbenti fatte di tessuto multistrato. Sostanzialmente è come indossare un assorbente esterno e, anziché essere usa e getta, lo si lava in lavatrice.

Certo, il modello che ho scelto io (sembrava il più carino) fa tanto mutandone della nonna. Ma ovviamente non le ho comprate perché avevo un estremo bisogno di sentirmi sexy durante il ciclo.

Ho optato per quelle ad alta assorbenza (2 tampons) perché non si sa mai nella vita… Le ho provate per circa 7 ore la prima volta a casa e, devo dire, che mi ci sono trovata stupendamente.

Sono molto comode, elasticizzate e nere, ovviamente.

Presa da un grande coraggio, le ho anche provate durante una giornata lavorativa. Ragazze, che dire, mi hanno semplicemente cambiato la qualità della vita.

Consiglio: sciacquatele sotto acqua fredda prima di metterle in lavatrice e non usate ammorbidente: il principio è lo stesso degli indumenti da sci.

RicapitolandoPro: 

  1. eco-friendly;
  2. comodissime;
  3. da usare senza assorbenti o tampax;
  4. si lavano in lavatrice (i più accaniti ambientalisti diranno “pure le lavatrici hanno un impatto sull’ambiente !!11!!”. Certo, ma tanto le devi lavare le tue robe puzzose once in a while quindi ci infili pure le mutande assorbenti. Ovviamente non faccio una lavatrice SOLO per le mutande).

Contro: 

  1. il prezzo. Si parte da 23 euro. Ne ho comprate tre ma sarà bene ordinarne altre. Ovviamente il costo sarà ammortizzato negli anni a venire;
  2. prima o poi la loro capacità di assorbimento verrà meno. E a quel punto, cammafà?

Bene amiche, con questo è tutto, spero di avervi convinto della validità del prodotto!

Se tra di voi c’è qualche fan della coppetta mestruale, vi chiedo scusa ma io proprio non riesco a vivere serenamente con la coppetta, nonostante sia molto eco-friendly e decisamente non costosa.

[per gentile concessione dell’autrice]

Come ho detto, esistono numerosi modelli di mutande assorbenti: io ho provato quelle che si trovano qui (not supplied by nè gifted by, me le sono autofinanziate): https://www.modibodi.co.uk/

Scrivetemi se avete dubbi o domande! Anche eventuali vostri consigli sono sempre ben accetti.

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Silvia Achilli
Dottorata in Biochimica e attualmente Post-Doc in Chimica Analitica. Da ormai 4 anni residente in Francia, si batte per i diritti delle pizze maltrattate dai francesi. Quando non è prigioniera della sua gatta, diventa una appassionata fotografa dilettante ed è pazza per i viaggi.