Senza Lattosio
[di Couleur, Pixabay]

Al supermercato sono ormai molti i prodotti con la scritta Senza e poi un nome “strano” che indica una molecola o una classe di molecole. 
Alcune volte si tratta di trovate commerciali non proprio oneste, ma molto spesso queste indicazioni sono davvero importanti per la salute del consumatore. Tra i “senza” più comuni troviamo il Senza lattosio, specialmente nel reparto del latte e derivati.

Ma cos’è il lattosio?

Chimicamente il lattosio fa parte dei glucidi, molecole organiche comunemente note come zuccheri o saccaridi.
Lo zucchero più importante è sicuramente il glucosio, di cui si è parlato abbondantemente in precedenti articoli sia dal punto di vista medico sia sulla sua sintesi ad opera dei vegetali. A differenza del glucosio, il lattosio è un disaccaride, cioè una molecola costituita da due zuccheri. In questo caso le due unità sono glucosio galattosio.

Struttura del lattosio (immagine dell’autore).

Il lattosio, oltre ad essere presente in latte e derivati, viene utilizzato nell’industria alimentare per preparare, ad esempio, latte artificiale o salumi e in quella farmaceutica come eccipiente.

In un farmaco gli eccipienti sono tutte quelle sostanze diverse dal principio attivo (una o più molecole che agiscono sulla patologia), che servono per la formulazione del farmaco stesso, (ovvero, per avere il farmaco sotto forma di compressa, capsula, sciroppo, ecc…) . Inoltre, gli eccipienti migliorano il gusto di pastiglie e sciroppi e modulano il rilascio del principio attivo nell’organismo.

Purtroppo non tutti sono in grado di digerire il lattosio, anzi l’intolleranza al lattosio è un disturbo piuttosto comune dovuto ad una mancanza più o meno marcata di lattasi, l’enzima responsabile della scissione del lattosio nei due zuccheri semplici glucosio e galattosio.
Il lattosio indigesto arriva all’intestino dove la flora batterica intestinale opera la fermentazione che causa il gonfiore addominale e la diarrea, principali sintomi dell’intolleranza. (Il fenomeno della fermentazione è stato descritto negli articoli sulla birra e sulle bioplastiche.)

Generalmente la lattasi viene prodotta nel neonato, per digerire il latte materno, e in seguito si ha una progressiva diminuzione della sua attività, anche fino al 95%. 
Comunque si stima che il 30% degli esseri umani adulti possa digerire il lattosio e ciò è conseguenza dell’evoluzione. I discendenti da popolazioni dedite all’allevamento, che per migliaia di anni hanno basato la loro alimentazione su latte e derivati, hanno conservato la capacità di digerire il lattosio anche in età adulta.

C’è, però, una buona notizia per chi, come me, è intollerante al lattosio: in commercio esistono degli integratori alimentari a base di lattasi. Prima di una pizza con la mozzarella di bufala, come direbbe Carosone, “Pigliate ‘na pastiglia”… di lattasi e passa la paura. 

… Aspetta! Ma io sono anche intollerante al glutine. … Ma questa è un’altra storia!

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Jonathan Campeggio Dottorando in Chimica Teorica presso l’Università degli Studi di Padova, ho la passione per il judo e la cucina, sebbene la mia pietosa genetica. Programmo e sviluppo teorie per ricerca, sebbene non disdegni la Chimica da laboratorio.

Bibliografia e fonti:

  • Marc Loudon, Chimica Organica, Edises Edizioni, 2010
  • Tuula H. Vesa, Philippe Marteau & Riitta Korpela (2000) Lactose Intolerance, Journal of the American College of Nutrition, 19:sup2, 165S-175S.