Il Ritmo Circadiano rappresenta l’orologio naturale che ogni essere umano possiede.
Ha una durata complessiva di quasi 24 ore e permette al nostro organismo di mantenere l’omeostasi – la capacità dell’organismo di adattarsi alle condizioni chimico-fisiche in cui si trova – e di razionalizzare al meglio le proprie energie.
Questo ciclo è controllato da una serie di neuroni che si trovano nel Nucleo Soprachiasmatico dell’Ipotalamo, una piccola struttura nervosa che si trova al centro dei due emisferi cerebrali.
Questo riceve informazioni sia dalle cellule fotosensibili della retina (che captano la luce), che dall’Epifisi, che produce la Melatonina.
La Melatonina è sicuramente l’ormone più importante per quanto riguarda la regolazione del ritmo sonno-veglia: la sua produzione è stimolata dall’assenza di luce e viene invece inibita quando i fotorecettori retinici assorbono la luce.
Essa ha un effetto “rilassante”, per cui quando le sue concentrazioni aumentano, l’organismo “sente” il bisogno di riposare: per questo motivo, i medici possono prescrivere degli integratori a base di melatonina per chi soffre di insonnia.
Altro ormone che può alterare il riposo, è il Cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali.
Normalmente, nelle fasi di rilassamento, le concentrazioni di cortisolo diminuiscono per permettere all’organismo un completo riposo.
Tuttavia, in condizioni di forte stress, la sua concentrazione ematica aumenta considerevolmente, e questo ovviamente inficia in modo negativo la qualità del sonno.
Ora, al di là degli aspetti puramente biologici, risulta facile intuire come alterazioni e malfunzionamenti di questi processi, portino ad una serie di condizioni patologiche di tipo neurologico.
Ogni qual volta, infatti, che il nostro orologio interno non è sincronizzato con il ciclo notte/giorno terrestre, possono comparire disturbi del sonno, come l’insonnia notturna o l’eccessiva sonnolenza diurna.
Questi possono essere del tutto banali e transitori, come spesso accade a chi, dopo aver fatto un lungo viaggio aereo, si ritrova in un luogo che ha un fuso orario molto differente rispetto a quello di partenza, il famoso fenomeno del “Jet Lag”.
Altre volte, invece, queste problematiche possono essere più serie e compromettere la vita sociale e lavorativa delle persone. In questo caso, bisognerà rivolgersi al medico, il quale ne indagherà le cause.
I motivi dell’alterazione del Ritmo Circadiano possono essere molteplici:
- disturbi professionali: ad esempio un nuovo lavoro che costringe il paziente a rieducare le proprie abitudini quotidiane;
- diversi farmaci: gli Psicofarmaci in primis. Ma anche gli Antistaminici -che hanno un uso più comune – possono causare un’eccessiva insonnia se assunti in sovradosaggio. Quindi coloro i quali soffrono di allergia, facciano molta attenzione al loro utilizzo;
- varie sostanze: caffè, bibite energetiche, droghe;
- problematiche organiche: queste sono le più gravi, sia come prognosi che come trattamento e comprendono:
- traumi cranici, che possono lesionare le strutture deputate alla regolazione del sonno;
- encefaliti (infiammazioni del sistema nervoso centrale), causata da diversi tipi di virus;
- ictus, sia quello emorragico (rottura di un vaso) che quello ischemico (occlusione stenotica);
- tumori primitivi (che originano direttamente nel cervello) e metastasi cerebrali, ovvero disseminazioni di cellule neoplastiche formatesi in altri distretti corporei che arrivano al cervello;
- diversi tipi di demenze come la Malattia di Alzheimer, patologia neurologica causata dall’accumulo nel sistema nervoso centrale di peptidi Betamiloidi;
- patologie metaboliche come il Morbo di Cushing, che è causata da un’eccessiva produzione di cortisolo nell’organismo.
Come fare, quindi, per resettare quest orologio biologico?
Beh, è chiaro che non esiste una risposta unica.
Per quanto riguarda il Jet Lag (e quindi per tutte quelle situazioni occasionali), una volta che si ritorna negli abituali ritmi della propria routine giornaliera, i problemi dovrebbero gradualmente sparire nel giro di pochi giorni.
Più complicato è invece il discorso per chi ha problematiche più gravi.
In questi casi è opportuno rivolgersi al neurologo, il quale, dopo un’accurata anamnesi ed esame obiettivo, sceglierà la soluzione più opportuna.
Ci si può avvalere sia di cambiamenti comportamentali per instaurare nuove abitudini di riposo, oppure si dovrà ricorrere direttamente a terapie farmacologiche.
–
Andrei Dragu
Fonti:
- R. Mutani et al., “Il Bergamini di Neurologia”, ed. Libreria Cortina Torino
Potrebbe interessarti anche: