Ci siamo: Pasqua, una festività importante proprio come il Natale.
E se a Natale siamo riusciti a regalarvi un “momento speciale” spiegando come Babbo Natale possa prendere fuoco in cielo sulla sua magica slitta, per quanto riguarda la possibilità di rovinarvi la Pasqua… Beh, me ne sono fatta carico io.
Il compito è arduo, cade ovviamente di domenica, quindi per noi un #MedSunday, ma le sfide non mi spaventano.
Anzi.
So già come vi farò venir voglia di togliere il like alla nostra pagina.
Iniziamo.
25 maggio 1979, Stati Uniti
“Tilde, che ti fumi?”
Assolutamente niente: in questa data esce “Alien”, film capostipite di un celeberrimo e oltremodo amato universo fantascientifico.
Per chi – in maniera del tutto colpevole – fosse all’oscuro di cosa si parla in questo mondo pieno di amenità, ve lo spiegherò in maniera veloce: tutto verte intorno a perfidissimi alieni, perfette macchine di morte, che nascono da simpatiche ovette parassitando poi l’essere umano.
… CHE SPLENDIDO ARGOMENTO PASQUALE!
La ragione per cui ho deciso di parlarvene proprio oggi è perché, esattamente come me, alcune illuminate persone, hanno iniziato a correlare questo momento dell’anno con gli Xenomorfi – così si chiamano questi dolcissimi esseri spaziali.
Come?
Così:
A tutti piacciono gli abbracci
Dan O’Bannon e Ronald Shusett – coadiuvati da Carlo Rambaldi e Hans Ruedi Giger – (ovvero 4 fra i principali ideatori di questo universo) avevano di sicuro un amico parassitologo con qualche problema di rabbia sociale repressa o non mi spiego come siano arrivati a creare una figura così… Soddisfacente.
L’idea che sta alla base degli Xenomorfi è quella di parassiti asessuati che si sviluppano in più stadi: la loro Regina – tipo quella delle api, ma senza il delizioso miele come palliativo – “partorisce” tante belle uova, le quali restano “inermi” sino a quando un malcapitato ospite non gli passa vicino.
E poi?
Come potete vedere da questa immagine, dalle uova fuoriescono dei Facehugger – letteralmente “abbraccia faccia” – i quali, come suggerisce il nome, si lasciano andare in un calorosissimo abbraccio.
E qui cominciano i guai per noi umani.
“Complimenti signora, è un bel maschietto!”
Mi piace immaginarmi O’Bannon e Shusett, intenti a creare questi pucciosissimi amici del cuore, chini davanti ad un bel libro di anatomia.
Il Facehugger – una volta cinto il nostro volto – rilascia una protuberanza direttamente nella nostra trachea: la sua funzione è quella di mantenerci in vita, fornendoci l’ossigeno necessario per respirare direttamente dove ne abbiamo bisogno.
Mentre si prende questa premura, saldamente stretto a noi, immette nel nostro esofago, affinché raggiunga lo stomaco, un piccolo embrione: forza ragazzi, stiamo per diventare genitori!
Lo scopo del primo stadio dello Xenomorfo è raggiunto, per cui il Facehugger può “morire” e lasciarci liberi di continuare la nostra esistenza…
Ancora per poco.
L’embrione che ci è stato impiantato nello stomaco si sposta nella prima parte dell’intestino e cresce a una velocità incredibile, raggiungendo dimensioni di 45 cm in poche ore: a questo punto è pronto per nascere ma… Da dove?
Dal nostro addome, che domande!
Sfondando tutti i tessuti che incontra, vede finalmente la luce sbucando allegramente da quel che resta di noi… Ecco qua un bel Chestbuster (letteralmente “scassa petto”) che nel giro di sole 12 ore (!!!) sarà uno Xenomorfo adulto vero e proprio!
È fantascienza, vero?
Sì, state tranquilli: nonostante in natura esistano animali in grado di compiere simili nefandezze – come le vespe Eupelmus vuillet o Dendrocerus scutellaris nei confronti di altri insetti – non esiste nulla che possa farci qualcosa di così terribile…
… Per ora.
E dopo essermi prenotata un biglietto di sola andata per l’Inferno con questo simpaticissimo articolo non mi resta che augurarvi, insieme a tutta la squadra di Bar Scienza, una buona Pasqua e una bella mangiata di uova… Di cioccolato però!
–
Tilde
Fonti: