Oggi inizia il Giro d’Italia, l’evento sportivo popolare per eccellenza che richiama 2 milioni di spettatori sulle strade.
È un momento che aspetto per tutto l’anno: puntualmente, sogno di portarmi a casa il “trofeo senza fine” e ricevere il bacio delle miss.
Il problema è che sui pedali sono piantato come un chiodo.
Pensa e ripensa, da bravo ingegnere, ho partorito una soluzione più che brillante: ho deciso di partecipare con il mio trattore.
È blu, italiano ma omologato per l’estero in modo da portare la sua velocità massima di progetto a 60 km/h, in Italia max 40km/h per legge.
Tra me e la gloria avrò tanti avversari pericolosi: dagli inglesi già vincitori di Vuelta e Tour, Yates e Thomas, all’agguerritissimo olandese Kruijwijk, all’esperto danese Fuglsang.
Il favorito, però, sarà il messinese Vincenzo Nibali, il padrone di casa soprannominato “lo squalo dello stretto” per il suo modo di correre sempre all’attacco.
Per vincere dovrò essere all’altezza e primeggiare su tutti i terreni.
…Credete che possa farcela?
La pianura: migrare nel vento
Spesso capita di vedere in cielo uno stormo di grandi uccelli (a me piacciono i cormorani) che volano in formazione a V.
C’è una ragione: ciascun volatile può seguire così la scia di quello che lo precede, impiegando meno energia nel volare… Il meccanismo di volo in realtà è ben più complesso, come si può leggere nell’articolo di Nature che vi lascio in bibliografia.
Allo stesso modo, i ciclisti sfruttano questo principio: chi sta sulla “scia” o, in gergo ciclistico, “a ruota”, fa meno fatica dell’atleta che lo precede. Questo dipende principalmente dal fatto che chi insegue si trova protetto dall’attrito dell’aria.
Il coefficiente di attrito aumenta con il quadrato della velocità e, sopra i 15-20 km/h, diventa prevalente anche rispetto all’attrito ruota-terreno.
Ecco spiegato perché a stare ruota in pianura siano sempre i capitani mentre i gregari devono dare fondo a tutte le proprie energie.
Nelle giornate molto ventose con raffiche laterali, i ciclisti diventano proprio come i cormorani e si dispongono diagonalmente alla direzione del moto, in modo fa formare il cosiddetto “ventaglio”.
Questa situazione sarà molto delicata per Vincenzo perché, sebbene abbia dei fortissimi gregari, se dovesse perdere la ruota e restare esposto, potrebbe facilmente naufragare e giungere al traguardo con diversi minuti di ritardo. Io non avrò problemi finché il gruppo si terrà al di sotto della velocità di progetto del mio trattore.
Chiuderò i finestrini, aria condizionata e Faber in stereo a tenermi compagnia.
La salita: andiamo a comandare
Nel ciclismo ipertecnologico di oggi regna la fibra di carbonio.
Il peso specifico inferiore ai 1800 kg al metro cubo a fronte di una resistenza a trazione di 5000 MPa, dieci volte superiore a quella dell’acciaio, oltre a una elevata rigidezza, un’alta resistenza a fatica e una grande inerzia chimica, ne fanno il materiale perfetto per le bici moderne.
Quasi perfetto, perché ha dei costi di produzione elevatissimi: una bici da pro può costare tra i 10 e i 14 mila euro, talvolta, anche di più.
Ridurre al minimo la massa da spostare è fondamentale per migliorare le prestazioni, soprattutto in salita, perché da essa, come abbiamo già visto nell’articolo sullo snowboard , dipende la forza che spinge verso valle.
Quella che porta al passo dello Stelvio è una salita mitica del ciclismo, ha ben 36 tornanti, per una lunghezza complessiva di 21.7 km e più di 1500 metri di dislivello, con una pendenza media del 7.1%.
Il ciclista che vorrà scollinare per primo dovrà percorrerla in meno di un’ora, con un rapporto compreso tra i 6 e i 6.5 watt/kg.
Sarà fondamentale sviluppare una potenza che stia in questa proporzione con la propria massa, per mantenere una velocità media di circa 22 km/h.
Il peso forma di Nibali è di 65 kg.
Per tenere questi ritmi dovrà, dunque, sviluppare una potenza media compresa tra i 390 e i 420 watt.
E allora come farò con il mio trattore che pesa 2300 kg? In sella al mio mezzo da 55 chilowatt potrei tranquillamente percorrere quasi tutta l’ascesa alla velocità massima, impiegando circa un terzo del tempo e quindi guadagnando parecchio terreno in classifica generale. Con il trattore sullo Stelvio comando io.
La discesa: dove osano le aquile gli squali
Vincenzo Nibali ha vinto il suo ultimo Giro d’Italia nel 2016 attaccando nella discesa dal Colle dell’Agnello.
L’allora maglia rosa, l’olandese Steven Kruijswijk, nel tentativo di seguirlo, andò lungo in una curva e finì sul muro di ghiaccio, dicendo addio ai suoi sogni di gloria.
Stessa sorte all’ultimo Giro di Lombardia per il bambino prodigio Remco Evenepoel che avrebbe dovuto essere uno dei favoriti per questa corsa rosa. Insomma, lo squalo dello stretto è un vero e proprio funambolo della discesa, con un talento innato nel risolvere derivate e ottimizzare funzioni. Questa sua dote gli consente di percorrere il tratto in discesa con una maggior velocità media e dunque in minor tempo rispetto a chiunque altro. Fondamentale la posizione assunta in curva, con il mezzo inclinato verso l’interno. Questo permette di contrastare la forza centrifuga che tende a spingere tutto il sistema bici-ciclista verso l’esterno della curva.
Non potrò certo farlo con il mio trattore che, a quelle velocità, non soddisferebbe una verifica al ribaltamento in curva.
Infatti la forza centrifuga è applicata al centro di massa del mezzo e genera il classico “momento ribaltante”, una coppia di forze che spingono la parte alta verso l’esterno e la parte bassa verso l’interno. Questa coppia sarà tanto più intensa quanto il centro di massa sarà più distante dal suolo.
Tirando le somme, secondo voi quante speranze avrò?
Anche dominando in salita, il mio trattore dovrà difendersi in pianura e tentare di limitare i danni in discesa.
Lotterò ma non sarà facile! Il Giro è lungo 3500 chilometri: se non mi squalificano per mezzo irregolare e non finisco sotto qualche tornante scendendo dal Colle dell’Agnello… Ci vediamo all’arrivo a Milano il 25 ottobre!
Seguitemi in TV e buon divertimento!
–
Enrico Laerte Corona
Fonti:
- https://www.giroditalia.it/;
- https://vincenzonibali.it/;
- https://www.nature.com/articles/nature12939;
- A bicycle can be self-stable without gyroscopic or caster effects – J. D. G. Kooijman, J. P. Meijaard, Jim M. Papadopoulos, Andy Ruina, A. L. Schwab;
- https://agriculture.newholland.com/eu/it-it/prodotti/gamme/trattori/t4-tier-4b/modelli.