Mi ritrovo a scrivere questo articolo in una condizione alquanto particolare: mi e’ venuto il colpo della strega. Tra i buoni propositi dell’inizio dell’anno c’era il tornare a correre ma ovviamente i buoni propositi si dovrebbero sempre sposare con del senno e soprattutto, con la consopevolezza dei propri vincoli fisici-motori, e invece, anche quest’anno nulla di tutto ciò.
“Il colpo della strega” è un’ espressione comune per indicare la lombalgia acuta. Pare che l’etimologia del gergo sia da ritrovare in un episodio accaduto nella Germania del seicento durante il periodo della caccia alle streghe, ma nonostante la storia sia riportata un po’ qui e un po’ la nel web, le fonti vere e proprie si perdono nel folklore italiano, anche perché in lingua tedesca colpo della strega si dice semplicemente mal di schiena (1).
Pare che una ragazza tedesca stesse trasportando dei mattoni quando sbatté contro una famosa “strega” del paese che di risposta le lanciò un maleficio; la ragazza, raccogliendo da terra i mattoni caduti nello scontro, si bloccò nella tipica “posizione fantozziana” a tutti nota.
In realtà quello che chiamiamo colpo della strega è noto in gergo tecnico come lombalgia acuta. Il dolore alla schiena generalizzato è stato ripetutamente elencato come una delle prime cause di disabilità all’interno del Global Burden of Disease Study (2). Una delle problematiche legata a questo infelice primo posto in classifica va ricercata sia nelle molteplici cause o concause della malattia, sia in un immenso disaccordo globale nell’applicazione di protocolli terapeutici.
Ma andiamo per gradi. Di cosa stiamo parlando? La lombalgia acuta è una condizione dolorosa a comparsa pressoché improvvisa, che riguarda principalmente la parte inferiore della schiena (area lombare) e che può essere dovuta a una o più cause differenti (3-4).
Essendo la bassa schiena una parte fisiologica del corpo che comunica con molteplici organi, centro di importanti fasce muscolari e terminazioni nervose, la causa primaria del dolore alla schiena può essere non facile da diagnosticare, e questo, purtroppo, è il problema primario di chi soffre di questo “maleficio”. Può essere dovuto ad un trauma alla muscolatura della schiena, oppure a quella addominale, può essere dovuto a fratture vertebrali, metastasi ossee, ernie discali, ma anche a malattie ginecologiche come endometriosi o fibroma uterini, e molti altri motivi meno frequenti.
Abbiamo tutti in mente una nonna che si lamenta per il mal di schiena (il femminile non è un caso, le malattie muscolo-scheletriche hanno un’incidenza maggiore nelle donne), in molti casi quel dolore può essere totalmente invalidante: è stata anche una concausa della crisi americana legata a farmaci oppioidi degli ultimi anni (5).
Ad oggi i protocolli terapeutici sono discordanti, come anticipato poc’anzi, ma iniziano tutti con una visita medica in cui il dottore/dottoressa stabilisce il grado di mobilità e soglia del dolore; con questo breve test motorio si riescono ad escludere le cause serie di dolore alla schiena. Dopo di che, per capire la causa, o escluderne molte, si fa un’indagine più accurata: solitamente si prescrivono radiografia, risonanza magnetica per valutare lo stato dei dischi vertebrali ed eventualmente indagini ancora più accurate, come la densità ossea o esami del sangue specifici (6). Possono passare mesi, ahimè anche anni, per individuare la causa o le cause del dolore alla schiena e, qualche volta, altrettanto tempo per avere un po’ di sollievo.
I trattamenti per il dolore alla schiena comprendono tutte le categorie di anti-infiammatori, analgesici, muscolo rilassanti, narcotici e naturalmente fisioterapia, che forse andava messa all’inizio della lista, ma ci torneremo dopo.
Alcune forme di iniezione di corticosteroidi in sede discale sembrano aiutare con il dolore, ma in alcuni casi la chirurgia riparativa è una delle più drastiche ma necessarie soluzioni. Dal punto di vista chirurgico le potenzialità sono molteplici e normalmente si valuta caso per caso, ma alcuni interventi sono tanto invasivi quanto risolutivi nel breve periodo.
Per migliorare l’approccio terapeutico a questa patologia bisognerebbe riuscire a comprendere il più possibile la causa primaria, includendo un approccio olistico alla diagnosi e terapia per il mal di schiena, in modo da evitare sia l’effetto domino su altri distretti muscoloscheletrici che possono essere sovrautilizzati per compensazione (ginocchia/anche/spalle), sia per fare in modo di non cronicizzare il dolore alla schiena.
Purtroppo le prospettive non sono rosee: negli ultimi 40 anni sia l’ambiente lavorativo che lo stile di vita favoriscono una maggiore sedentarietà (7), e il movimento basale (camminare per spostarsi) è diminuito sempre più (pensiamo solo alle restrizioni sugli spostamenti negli ultimi anni di pandemia) (8).
Tutto questo non aiuta, perché una delle cause maggiori del colpo della strega è l’errata mobilità, troppo poca o troppo intensa, comunque sbilanciata. Ma, al tempo stesso, questo ci lascia una buona speranza: la corretta mobilità si può imparare da fisioterapisti ed esperti nel settore riabilitativo, e metterla in pratica il prima possibile, sin dai primi cenni di mal di schiena. Resta importantissima la consulenza di un fisioterapista, perché la corretta postura e il corretto allenamento possono veramente cambiare in modo sostanziale il manifestarsi della patologia. Con semplici esercizi che possono diventare una piacevole routine giornaliera, si riesce a rieducare e rinforzare le fasce addominali, oltre che allungare la zona delle anche e del bacino, che pur intervengono (e non poco) nei punti dove ricercare l’origine del mal di schiena (soprattutto nelle donne). La prevenzione è la migliore cura.
E infine, sarebbe stato veramente meglio fosse stata la strega.
Francesca Taraballi
- https://www.nanopress.it/articolo/perche-si-dice-colpo-della-strega/97509/
- Traeger AC, Lee H, Hübscher M, et al. Effect of Intensive Patient Education vs Placebo Patient Education on Outcomes in Patients With Acute Low Back Pain: A Randomized Clinical Trial. JAMA Neurol. 2019;76(2):161–169. doi:10.1001/jamaneurol.2018.3376
- Buchbinder, Rachelle, Maurits van Tulder, Birgitta Öberg, Lucíola Menezes Costa, Anthony Woolf, Mark Schoene, Peter Croft et al. “Low back pain: a call for action.” The Lancet 391, no. 10137 (2018): 2384-2388.
- https://www.cdc.gov/acute-pain/low-back-pain/index.html
- Stratton, Timothy P., Laura Palombi, Heather Blue, and Mark E. Schneiderhan. “Ethical dimensions of the prescription opioid abuse crisis.” The Bulletin of the American Society of Hospital Pharmacists 75, no. 15 (2018): 1145-1150.
- https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/back-pain/diagnosis-treatment/drc-20369911
- Mahdavi, Sadegh Baradaran, et al. “Association between sedentary behavior and low back pain; A systematic review and meta-analysis.” Health Promotion Perspectives 11.4 (2021): 393-410.
- Kato, Satoshi, Satoru Demura, Kazuya Shinmura, Noriaki Yokogawa, Tamon Kabata, Hidenori Matsubara, Yoshitomo Kajino et al. “Association of low back pain with muscle weakness, decreased mobility function, and malnutrition in older women: A cross-sectional study.” Plos one 16, no. 1 (2021): e0245879.