Soffrivo di una sorta di “blocco dello scrittore” (che parolone?!) e non sapevo su quale applicazione, ideata per le missioni spaziali ma utilizzata comunemente sulla Terra, avrei potuto scrivere.
Così, vedendo per la millesima volta la scena della puntata dei Simpson intitolata “Homer nello spazio profondo” nella quale Homer apre un pacchetto di patatine mandando in avaria gli strumenti ho pensato: “Ehi! Cosa mangiano gli astronauti?“
Innanzitutto, come spiega Samantha Cristoforetti nel video (vedi link sotto) su come cucinare nello spazio, non si possono mangiare le patatine o tutto ciò che può fare briciole, come il pane (mi dispiace per Homer astronauta), quindi si usano delle tortillas adatte allo scopo e che si usano anche come piatto, piatto che comunque non avrebbe senso usare in condizioni di microgravità.
In una “cucina spaziale” come ad esempio quella del nodo 1 della ISS, per cucinare si usa… una forbice che apre le buste con gli ingredienti scaldati in un fornello elettrico.
Questo è il sogno di tutti i pigri che non hanno voglia di lavare i piatti!
Torniamo seri e parliamo di un po’ di concetti più adatti all’argomento.
Lo Space Food Systems Laboratory presso il Johnson Space Center (Houston, TX) e lo Space Food Research Facility (College Station, TX) sono i “cuochi” che si occupano dello sviluppo, produzione e preparazione del cibo per le missioni sulla ISS.
Questi due laboratori sono molto importanti perché giocano un ruolo chiave per la salute, non solo fisica, degli astronauti; quindi i cibi preparati devono essere nutrienti… e appetitosi!
Nello specifico, lo Space Food Systems Laboratory si occupa della produzione e confezionamento di alimenti liofilizzati, biscotti, e bevande in polvere.
Si, avete letto bene, bevande in polvere. Cioè, gli ingredienti della bevanda vengono sigillati nella parte superiore del contenitore con una valvola unidirezionale per consentire l’iniezione diretta dell’acqua. Facile, vero?
La Space Food Research Facility, invece, si occupa di produrre alimenti che vengono conservati in buste, simili alle razioni militari pronte da consumare, che vengono scaldate con fornelli elettrici. Le tecniche di lavorazione degli alimenti e le modalità di confezionamento variano in base alla deperibilità dell’articolo e alla composizione degli ingredienti. Il tutto con la finalità di garantire dei pasti nutrienti, facili da preparare in assenza di peso e soprattutto conservabili per lunghi periodi.
Sappiamo che la ISS non è un posto facilmente raggiungibile, per cui oltre a conservare il cibo è molto importante produrne di nuovo, o almeno provarci. Ora, lasciando stare le patate coltivate su Marte da Matt Damon nel film “The Martian” (bellissimo film, ma non ho le competenze botanico-mediche per giudicare), non è facile produrre cibo nello spazio, ma ci possiamo provare!
Ci sono già esempi di missioni spaziali in cui cosmonauti russi e astronauti americani hanno coltivato vegetali, ma questi sono solo “contorni” ed è necessario produrre altro cibo per poter sopravvivere.
Questo aspetto è studiato nel progetto MELISSA (Micro-Ecological Life Support System Alternative), un progetto dell’Agenzia Spaziale Europea che, tra i tanti, si pone l’obiettivo di riutilizzare i rifiuti di origine umana per permettere la coltivazione di cibo, in modo da integrare le razioni di cibo a lunga conservazione.
MELISSA coinvolge diversi esperimenti, focalizzati sullo sviluppo di un sistema a circuito chiuso per la produzione di cibo durante missioni spaziali di lunga durata. Tra questi sistemi troviamo quello dei topi che “convivono” con le alghe, un esperimento in cui i topi, respirando, producono CO2, la quale viene “catturata” dalle alghe e convertita da queste in ossigeno tramite la fotosintesi.
Un altro esperimento notevole è quello, ancora in fase di sviluppo, di costruire un satellite con una serra per la produzione di pomodori allo scopo di simulare la gravità su marte utilizzando come fertilizzante liquido una sostanza naturale prodotta dagli astronauti… indovinate quale?
Ora, mi avvio alla conclusione di questo articolo toccando un argomento che è uno dei motivi per cui scrivo per Bar Scienza e che non mi stancherò mai di ripetere: l’utilizzo di invenzioni e applicazioni spaziali per aiutare la vita sulla Terra.
Uno degli esperimenti più curiosi ed utili riguarda l’utilizzo dell’(impropriamente chiamata) “alga” Spirulina come alimento ricco di proteine ideale per lo spazio.
La spirulina, oltre ad avere un nome simpatico, è un cianobatterio (non mi addentro nella spiegazione, non me ne vogliano a male i colleghi del #BioThursday) ad alto contenuto proteico che l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha autorizzato ad essere inserito come integratore nei prodotti alimentari.
In passato gli astronauti dell’ESA hanno già gustato barrette di cereali a base di spirulina con una certa soddisfazione; certi di questi risultati si sta pensando di utilizzare le conoscenze acquisite sulla spirulina per aiutare popolazioni affamate del terzo mondo.
Ad esempio, in Congo, uno degli alimenti più consumati è la tapioca, che sarà pure molto buona e saporita, ma è povera di proteine. Per questo motivo alcuni studiosi del team MELISSA, analogamente alla produzione per gli alimenti per gli equipaggi della ISS, hanno creato diverse coltivazioni di spirulina che, se trasformata in polvere, potrà essere aggiunta ai piatti a base di tapioca per arricchire l’alimentazione con proteine, ferro e vitamina A. Niente male vero?
Per concludere, nei link sottostanti, vi lascio la video ricetta di come preparare il pollo alla curcuma spiegato dalla Cristoforetti, nel caso vi trovaste sulla ISS e aveste ospiti!
Gianluigi De Simone
Ingegnere meccanico ma un pò gestionale, laureato al Politecnico di Bari, attualmente vive e lavora a Pordenone.
Appassionato di scienza e tecnologia, strimpellatore di strumenti, lover of Ireland, divoratore di libri e serie TV.
“Ho smesso di discutere con la gente ‘informata’, quindi scrivo!”
Fonti e approfondimenti:
- Il video di Samantha Cristoforetti: https://www.youtube.com/watch?v=jef5kL2OUzg
- https://www.nasa.gov/content/space-food-systems
- https://www.esa.int/Space_in_Member_States/Italy/ESA_Euronews_Coltivare_cibo_nello_spazio._Realta_o_fantascienza
- https://cordis.europa.eu/article/id/17183-esa-project-to-create-artificial-space-ecosystem/it
- https://www.esa.int/kids/it/imparare/Vita_nello_Spazio/Vivere_nello_spazio/Il_cibo_degli_astronauti_aiuta_le_popolazioni_sulla_Terra
- https://it.wikipedia.org/wiki/Astrobotanica