PHYSICS IS COMING: brace yourself

“Regà, qui si gela. Che facciamo? Sverniamo a Sud?” [Il Night King svela ai suoi generali come è andata veramente]

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E va bene, ci sono ricascato. Ero convinto di aver perso quel poco di credibilità rimastami come fisico con un imprudente parallelismo tra “Stranger Things” e teoria delle stringhe, e invece a quanto pare il mio lavoro nel mondo delle serie TV non è ancora finito.

Fisica e Game of Thrones

Cosa possono avere in comune? Probabilmente poco, quasi niente, forse solo Daenerys e “sanità mentale” hanno meno cose in comune.

Forse, però, non è proprio così. Non ci crederete, ma il pianeta immaginato da Martin in cui si svolgono le vicende del Trono di Spade è un ottimo scenario per testare alcune ipotesi in fatto di orbite di pianeti e di climi estremi.

Sono infatti diversi gli studi pubblicati con l’intenzione di dare una spiegazione al bizzarro clima di Westeros.

Questo non solo presenta una normale alternanza delle stagioni, ma è caratterizzato anche dall’arrivo in modo più o meno periodico della cosiddetta Lunga Notte, ovvero un lungo periodo contraddistinto da temperature estremamente rigide.

Il tutto ovviamente accompagnato dall’invasione di un esercito di non morti comandati da un uomo di ghiaccio piuttosto irascibile.

Per nulla fuori di testa [https://giphy.com]

L’interesse, più o meno celato, degli studi in questione è una maggiore comprensione di un particolare tipo di esopianeti (ovvero pianeti al di fuori del sistema solare) detti “snowball”, letteralmente “palle di neve”.

Questi sono pianeti di tipo terrestre, con la peculiarità di rimanere per periodi più o meno lunghi totalmente coperti da uno spesso strato di ghiaccio. Pare inoltre che la Terra stessa nella sua storia abbia attraversato almeno due volte questa fase.

Sembra, dunque, che questi studi siano quantomeno più utili del buon Jon Snow nell’ultima stagione.

Utile come un lampione acceso il 15 agosto al Polo Nord. [https://giphy.com]

Un’orbita parecchio strana

Essenzialmente un pianeta per avere una tale imprevedibilità climatica, che si ripeta ciclicamente, deve avere un’orbita estremamente particolare, dunque ben più complessa della semplice rivoluzione attorno alla propria stella.

E qui arrivano gli autori di uno studio pubblicato lo scorso primo aprile: sì, sembra uno scherzo, ma credetemi, non lo è.

Questi, infatti, avanzano l’ipotesi che il pianeta teatro delle vicende narrate nelle “Cronache del ghiaccio e del fuoco”, sia caratterizzato da una particolare orbita, detta di Sitnikov.

La peculiarità di questo sistema risiede nel fatto che il pianeta orbiterebbe non attorno ad una singola stella, bensì in un sistema binario, quindi popolato da due corpi celesti.

Ma la storia non è finita qui. Infatti l’orbita di Sitnikov prevede che il pianeta esegua un passaggio perpendicolare nel centro di massa del sistema.

Per rendere le idee più chiare potete apprezzare le mie incredibili doti artistiche nel disegno qui sotto:

[Per gentile concessione dell’autore]

Converrete con me che questo tipo di orbita, rispetto, ad esempio, alla rivoluzione della Terra attorno al Sole, sia estremamente più complessa. 
E da qui parte lo “studio del primo aprile”: può un’orbita del genere portare il giusto grado di caoticità per produrre un clima “alla Westeros” e in più generare una snowball.

Okay, però in ‘Game of Thrones’ non ci sono due Soli” direte voi.

Verissimo, effettivamente non viene mai citata la presenza di una seconda stella. Dobbiamo quindi rinunciare alla possibilità di vedere un bellissimo tramonto binario alla Tatooine? Forse no.

Infatti il secondo corpo celeste del sistema binario potrebbe essere un buco nero di dimensioni non troppo ingombranti. Dunque, secondo questa ipotesi, la mitologia creata da Martin e allo stesso tempo l’orbita proposta dai ricercatori sembrano reggere.

Veniamo ora allo studio vero e proprio. I ricercatori hanno effettuato diverse simulazioni variando i parametri orbitali del sistema e ipotizzando di essere in presenza di un pianeta di tipo terrestre con pressione e composizione chimica dell’atmosfera analoghe a quelle della Terra.

Per quanto riguarda la geografia del pianeta sono state usate le mappe ufficiali di Westeros, ipotizzando che le terre dei Bruti oltre la Barriera si estendano fino al polo Nord, e completando in modo speculativo l’emisfero Sud e le regioni oltre Sunset Sea.

Assumendo ciò e svolgendo simulazioni su periodi di tempo di migliaia di anni è emerso che effettivamente alcune configurazioni, sia nei sistemi stella-stella che in sistemi stella-buco nero, permetterebbero l’esistenza di pianeti abitabili che possano ammettere la Lunga Notte.

Un esempio è fornito dall’immagine qui sotto. I dati sono relativi ad un pianeta in un sistema stella-buco nero. Si può vedere come a partire da circa 250 anni dall’inizio della simulazione la temperatura media sulla superficie del pianeta passi da circa 14°C a oltre -30°C, mentre i mari risultino ghiacciati per oltre l’80%.

Ed ecco allora che arriva il Night King.

[Paradise, Adiv, et al. “The Long Night: Modeling the Climate of Westeros.” arXiv preprint arXiv:1903.12195 (2019)]

La tecnologia è magia

Alcune di queste orbite, tuttavia, potrebbero presentare comunque un problema. In particolare nel passaggio attraverso il piano dell’eclittica, le temperature sulla superficie del pianeta potrebbero subire un incremento tale – fino a 100°C – da renderlo inabitabile. E qui arriva forse l’ipotesi più azzardata da parte degli autori dell’articolo.

E se la radiazione proveniente dalle stelle venisse schermata in questo periodo dell’anno? La soluzione più logica sarebbe ipotizzare la presenza di gas o qualche altro corpo inframezzato tra la stella e il pianeta, che sia in grado di assorbire parzialmente la luce.

Troppo semplice e soprattutto molto poco nerd. E allora perché non ipotizzare la presenza di una megastruttura aliena, costruita dai Figli della Foresta, che regoli l’irraggiamento?

D’altra parte stiamo ipotizzando che circa 8000 anni prima dell’instaurarsi di una società medievale Brandon il Costruttore, con l’aiuto dei Giganti e della magia dei Figli della Foresta abbia eretto una barriera di ghiaccio alta oltre 200 metri e lunga quasi 500 chilometri.

Quindi nulla ci impedisce di ipotizzare che in realtà la magia dei Figli della Foresta sia solamente una tecnologia che ancora non siamo in grado di comprendere.

Perché per dirla alla Arthur C. Clarke:

Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia

Tutto chiaro, no?
Alla prossima serie TV.

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Davide Laudicina Laureato in Fisica all’Università di Milano-Bicocca, attualmente frequento il corso di laurea magistrale in Fisica Teorica. Orgogliosamente Nerd, nel tempo libero ho sviluppato una dipendenza da serie TV, fumetti e libri e una malsana attitudine nel perdermi durante escursioni in montagna.

Fonti e approfondimenti:

  1.  Paradise, Adiv, et al. “The Long Night: Modeling the Climate of Westeros.” arXiv preprint arXiv:1903.12195 (2019);
  2. https://wiki.ghiaccioefuoco.com.