Alcuni li considerano una rottura di scatole, altri li guardano con diffidenza o, addirittura, ne sono terrorizzati, altri ancora li adorano e ne fanno l’oggetto di studio della loro carriera: stiamo parlando degli insetti.
Molto spesso si sentono espressioni come:
“A cosa servono questi esseri inutili?”.
A sentire frasi di questo tipo mi viene da sorridere, perché penso a cosa gli insetti potrebbero rispondere se solo ne fossero capaci.
Una replica che mi aspetterei sarebbe:
“Ehi, bello, io lavoro anche per te, sai! Tu, invece, cosa fai per me, a parte tentare di colpirmi con la ciabatta?”
Il nostro ecosistema è basato su un equilibrio di interazioni tra i suoi vari componenti, ma non è qualcosa di stabile, immutato ed eterno. Al contrario, è molto fragile e delicato.
Se volete, potremmo paragonarlo a un castello di carte, con alla base gli esseri più antichi, tra cui spiccano gli insetti, tra i primi animali a colonizzare la Terra all’incirca 400 milioni di anni fa.
Noi umani potremmo collocarci ai piani più alti di questo castello.
Come ben saprete, se provate a togliere una carta dalla cima del vostro castello di carte, poco male, di solito la base resta in piedi.
Ma se togliete anche solo una carta alla base, crollerà tutto.
Secondo il biologo e naturalista americano Edward Osborne Wilson
“se gli umani sparissero all’improvviso, la Terra ritornerebbe allo stato di equilibrio in cui si trovava 10000 anni fa; ma, se a sparire fossero gli insetti, la Terra precipiterebbe nel caos”.
Tuttavia, sebbene costituiscano l’80% delle specie animali e ci sembrino presenze costanti con i loro ronzii, recenti ricerche hanno messo in evidenza come anche gli insetti stiano attraversando una fase di estinzione.
Tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, la Società Entomologica di Krefeld, in Germania, effettuò un esperimento molto semplice.
Vennero piazzate delle trappole per catturare gli insetti in 63 aree protette della Germania e qualsiasi insetto venisse catturato finiva in una bottiglia.
Lo stesso esperimento di campionamento venne ripetuto più recentemente, nel 2013, e ciò che si osservò era desolante: una diminuzione del 76% di insetti catturati.
Studi statistici ed entomologici successivi confermarono questo trend di decrescita.
Ad oggi, non è ancora noto con certezza quale sia il fattore (o i fattori) che stanno facendo calare le popolazioni di insetti.
Di sicuro, un ruolo rilevante è giocato dai pesticidi utilizzati in agricoltura per salvaguardare le coltivazioni.
A tal proposito, l’Unione Europea si è già mossa in questo senso, vietando l’uso di alcuni pesticidi neonicotinoidi che hanno un impatto devastante anche su insetti e uccelli, e promuovendo l’uso di soluzioni alternative e non chimiche.
Tuttavia, un drastico calo di insetti si è riscontrato anche in zone lontane da coltivazioni e, quindi, da pesticidi.
Questo potrebbe essere legato al cambiamento climatico in atto, per il quale, purtroppo, siamo ancora lontani da una soluzione.
Un altro fattore che porta alla scomparsa di alcune specie di insetti è l’importazione di specie esotiche da altri Paesi (Silvia aveva parlato di questo problema in un passato articolo).
Ad esempio, la diminuzione del calabrone della Patagonia, in Sud America, sarebbe dovuto all’importazione di api europee.
Questo trend ci deve preoccupare in quanto, come già detto, gli insetti svolgono un ruolo fondamentale nel nostro ecosistema.
I fiori basano la propria attività riproduttiva sugli insetti impollinatori come api e calabroni, ma anche farfalle, vespe e scarabei.
Anche diverse piante da frutto esistono grazie all’attività di questi insetti.
Alcuni insetti fungono anche da dispersori di semi, facendo così crescere le piante figlie lontane dal genitore, in un terreno solitamente ricco di nutrienti.
Gli insetti sono anche un componente essenziale della dieta di molti animali di terra e pesci.
Ma non solo.
Anche molte popolazioni dei Paesi più poveri utilizzano questi come elemento base della loro dieta. E, probabilmente, fra qualche anno gli insetti saranno un piatto servito anche nei Paesi più sviluppati, visto il ritmo a cui la popolazione mondiale sta crescendo e considerata la difficoltà di coltivazioni e allevamenti di stare al passo con tale incremento.
Tra le altre attività, mangiando gli escrementi e contribuendo alla decomposizione dei corpi morti, gli insetti favoriscono il ritorno delle sostanze nutritive al suolo, evitando così l’accumulo di materia organica morta.
Sarà uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo!
In conclusione, vediamo come gli insetti siano in realtà utilissimi al sostenimento dell’ecosistema nel nostro pianeta, svolgendo, di nascosto, attività fondamentali.
Quindi, pensateci bene prima di schiacciare il prossimo insetto!
Andrea Marangoni
Laurea Magistrale in Fisica con una tesi sui dischi circumstellari presso l’Università degli Studi di Padova.
Appassionato di scienza fin da bambino, tifoso della Juventus, nel tempo libero mi piace dedicarmi all’attività fisica.
“I’m just a mad man in a box”.
Fonti:
- https://www.nationalgeographic.com/magazine/2020/05/where-have-all-the-insects-gone-feature/: articolo del National Geographic sulla diminuzione degli insetti
- https://www.si.edu/spotlight/buginfo
- https://ec.europa.eu/food/plant/pesticides/sustainable_use_pesticides_en: sull’uso sostenibile dei pesticidi in Europa