Goodbye Malinconia, parte prima: la storia di Chiara fra York e Cosenza

Ciao Chiara, prima di tutto grazie per aver accettato di fare da cavia per questo nuovo angolo di BarScienza. Raccontaci, per favore, un po’ di te, cosa ti piace, cosa hai studiato e che lavoro fai.

Sono Chiara, ho 30 anni e vivo a York (UK) da 5 anni.Sono un ingegnere informatico con specializzazione in Intelligenza Artificiale e Robotica. La mia passione per i robot e l’intelligenza artificiale è sempre stata molto forte ed evidente fin da bambina: i miei giocattoli preferiti erano proprio i robot!

Sono venuta a York per il mio dottorato sullo sviluppo di un programma basato su intelligenza artificiale, da usare come supporto nella diagnosi del morbo di Parkinson. Dopo il dottorato ho iniziato un post doc come research associate nel dipartimento di computer science all’Università di York.

Nel mio attuale ruolo mi occupo di come rendere sicuri i sistemi con intelligenza artificiale, al fine di poterli mettere sul mercato e di poter sfruttare le loro immense potenzialità in campi come la medicina, l’assistenza domestica e l’industria automobilistica.

Come si svolge la tua giornata tipo?

Mi sveglio la mattina presto, faccio colazione e arrivo in ufficio verso le 09:00. Di solito divido le mie giornate equamente tra ufficio e laboratorio.

In ufficio studio gli esperimenti da fare in laboratorio e pianifico nuovi articoli da pubblicare. In laboratorio faccio esperimenti con i robot per avere casi reali da esaminare.

Ovviamente le giornate variano a seconda di riunioni o eventuali scadenze da rispettare.Torno a casa verso le 17 o 17:30, di solito porto fuori il cane, ceno e guardo qualcosa prima di andare a dormire. 

Come ti trovi nella tua attuale posizione?

Mi trovo molto bene.

Ho un buon team e ci sono parecchie opportunità di crescita. Ho la fortuna che, essendo un progetto internazionale, abbiamo molti contatti con industrie e università in tutto il mondo.

Inoltre mi sento apprezzata e vengo incoraggiata e consigliata sui prossimi passi per la mia carriera. 

Qual è il rapporto tra la comunità scientifica lì e quella locale?

Ci sono vari eventi per avvicinare la comunità locale a quella scientifica. Due di queste sono: “Festival of Science” che si svolge sia in città sia in Università, con dimostrazioni pratiche e discussioni/presentazioni indirizzate al pubblico e “Pint of Science” con divulgazione svolta nei pub.

Come mai sei andata via da Cosenza?

Sono andata via per crescere.

Cosenza è una piccola città di provincia dove la mentalità borghese è radicata. Avevo bisogno di conoscere una realtà diversa, una cultura diversa e di aprire la mia mente a nuove esperienze.

Inoltre, io uso una sedia a rotelle e a Cosenza la vita per me era complicata per la presenza di barriere, architettoniche ma soprattutto mentali.

Cosa ti ha insegnato vivere in Inghilterra?

Vivere in Inghilterra mi ha insegnato ad accettare le differenze. L’ambiente universitario è molto vario e nessuno viene mai giudicato per la sua cultura o modo di vivere. Tutti sono messi nelle condizioni di fare del loro meglio.

Anch’io sono riuscita ad accettare le differenze tra la cultura inglese e quella italiana e ho conosciuto tantissime persone provenienti da tutto il mondo. In generale l’Inghilterra mi ha insegnato che con il giusto supporto ognuno di noi può ottenere quello che vuole.

Pensi mai di tornare in Italia?

In vacanza amo tornarci appena posso.

A viverci non ci penso perché le barriere (architettoniche e mentali) sono troppe per me: adesso sono ancora più difficili da accettare considerando la vita a cui mi sono abituata.

Inoltre, nel campo della ricerca non avrei né le possibilità né il tenore di vita che ho qui in Inghilterra.

Hai qualche rimpianto?

Rimpianti non credo, però ogni volta che lascio l’Italia dopo le vacanze, sono sempre molto triste perché sono convinta che se il mio Paese mi avesse dato le stesse opportunità sarei potuta rimanere e stare vicino alla mia famiglia e ai miei amici.

Grazie Chiara ed in bocca al lupo per la tua carriera e per tutto il resto!

Chiara con un robot nao alla Robocup 2013. Il robot faceva parte della squadra di calcio del gruppo di Chiara
[Per gentile concessione dell’intervistata]

Rosaria Cercola