La Filosofia nasce in Grecia

La nascita della filosofia è collocata in un preciso momento storico e in un determinato luogo: la Grecia del VII sec. a.C.

Come mai? È interessante notare che nello stesso periodo storico anche altri popoli orientali erano molto sviluppati culturalmente, pensiamo ad esempio agli Egiziani e alla loro innovazioni tecniche che ancora ad oggi suscitano la meraviglia e l’interesse di moltissimi appassionati (dalle piramidi ai geroglifici).

In che senso allora si dice che il pensiero critico dell’uomo, nonché la filosofia siano nati proprio in Grecia ed in un determinato momento?

Il dato oggettivo e verificabile è che i primi pensatori, definibili come filosofi, sono greci e di conseguenza lo sono anche i loro primi testi di ricerca scientifico-filosofica; stiamo parlando dei filosofi naturalistici, meglio conosciuti come fisici ionici[1], Talete[2], Anassimene[3] e Anassimandro [4] e delle loro opere.

La particolarità della questione consiste nel fatto che attraverso la riflessione che stiamo affrontando, è possibile definire in un luogo e in un tempo la nascita del pensiero critico-razionale dell’uomo.

Possiamo allora dire che la filosofia non è nata con l’uomo in sé, ma si è manifestata non appena ha “potuto”, ovvero appena c’è stata la possibilità di esprimere la razionalità insita nell’uomo e lo ha fatto proprio attraverso il popolo greco in cui si è palesata questa possibilità: il popolo greco è il primo che riesce ad avere il tempo e la libertà per pensare a sé e al mondo che lo circonda.

Infatti l’uomo greco, rispetto ai suoi contemporanei, godeva di maggiore libertà politicalibertà personale ma soprattutto libertà religiosa. Proprio quest’ultima risulta essere significativa per lo sviluppo del pensiero umano, nonché di quello filosofico: la religione greca lascia spazio all’individualità dell’uomo religioso a differenza delle religioni orientali, piuttosto limitanti e, allo stesso tempo, strettamente connesse alla politica; l’uomo orientale è immerso in un mondo che lo lascia essere uomo in quanto tale non dandogli la possibilità di esternare la propria razionalità svincolandola dalla pura tecnica.

Se per i popoli orientali il tempo dell’uomo era sottomesso alle tradizioni culturali, in Grecia il rischio della rinuncia delle certezze personali e religiose ha lasciato spazio allo sviluppo del pensiero critico, razionale, liberato da ogni credenza ed è stato favorito dalla mentalità aperta e dall’eterogeneità della popolazione greca dedita al commercio più variegato.

A questo punto possiamo dire che, grazie a questo insieme di condizioni verificatesi contemporaneamente, tra il VII e il VI sec. a.C. la Grecia e le sue colonie in Asia Minore e in Magna Grecia divengono il palcoscenico in cui fa la sua comparsa il pensiero critico-razionale dell’uomo nonché quello che è stato definito “amore per il sapere”: la filosofia.

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Roberta Cuccì
Laureata a pieni voti in Scienze Filosofiche all’università di Palermo con una tesi sulla “Fenomenologia dello spirito” di Hegel, aspetto di diventare professoressa per poter trasmettere l’amore per la filosofia e la storia alle nuove generazioni.

  1. È lo stesso Aristotele a definirli fisici ionici; fisici dal momento che si interrogano sulla “natura”, in greco “fusis” e ionici perché provenienti dal Ionia, colonia Greca; 
  2. 640 a.C./625 a.C. circa – 548 a.C./545 a.C.;
  3. 586 a.C. circa – 528 a.C.; 
  4. 610 a.C. circa – 546 a.C. circa.