La Magia del Cioccolato
[di Thereshedance da Flickr]

Mangia, ti sentirai meglio!”

Queste sono le prime parole che il professor Lupin rivolge ad un giovane Harry Potter ne “Il prigioniero di Azkaban”, porgendogli una tavoletta di cioccolato.

Ecco, ogni volta che mi sento triste o giù di morale do la colpa ai Dissennatori e seguo il consiglio del professor Lupin. A quanti di voi capita la stessa cosa?

Il segreto del perché ci rilassiamo dopo una bella cioccolata calda d’inverno o dopo una scorpacciata di uova di Pasqua sta tutto racchiuso nei piccoli semi di cacao.

La Theobroma cacao, come già anticipato mentre parlavamo di caffè, è stata la prima pianta in cui si è scoperta la molecola di caffeina, ma c’è molto altro in questo cibo degli dei.

 Nota fin dal XVI secolo, la pianta di cacao produce dei frutti grandi e carnosi con all’interno piccoli semi che si fanno essiccare e dai quali si prepara la polvere di cacao solubile, il cioccolato e il burro di cacao.

[di allybally4b da Pixabay]
[di dghchocolatier da Pixabay]

Oltre alla caffeina, i semi di cacao contengono grassi, teobromina, tannini, proteine, amidi, molte vitamine del gruppo B, zuccheri e aminoacidi, nonché alte concentrazioni di magnesio, un elemento implicato in talmente tante reazioni nel nostro organismo che merita una propria stella sulla Hollywood Walk of Fame.

Nello specifico, la teobromina, parente stretta della caffeina, è la responsabile, insieme agli zuccheri semplici, della sensazione di “sveglia” che proviamo.

Molto interessante dal punto di vista “amoroso” sembra essere, invece, l’azione di altre molecole contenute sia nei piccoli semi di cacao che nel nostro cervello: il triptofano e la feniletilammina.

Queste due “bricconcelle” sono neurotrasmettitori endogeni coinvolti in vari processi metabolici correlati con le sensazioni di benessere.

Il triptofano è infatti un precursore della serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”, mentre la feniletilammina sembra prender parte ai processi di innamoramento.

Più precisamente essa è responsabile del rilascio di dopamina e serotonina, neurotrasmettitori coinvolti nel cosiddetto sistema di ricompensa, ovvero, come dice Wikipedia, “un gruppo di strutture neurali responsabili della motivazione, dell’apprendimento associativo, e delle emozioni positive, in particolare quelle che coinvolgono il piacere come componente fondamentale.”.

Penserete che già questo basti a giustificare l’effetto inebriante e rilassante del cioccolato e la sensazione di volerne sempre di più.
E invece no!

Perché nei semi di cacao, e quindi nel cioccolato, sono state scoperte delle molecole capaci di interagire con il sistema cannabinoide endogeno (un gruppo di recettori che riconoscono e legano le molecole psicoattive della Cannabis sativa e regolano vari processi fisiologici, come appetito, umore e dolore): l’anandamide, N-oleiletanolamina e l’N-linoleiletanolamina.

[per gentile concessione dell’autrice]

Per quanto riguarda l’anandamide (dal termine sanscrito “ananda” è traducibile in “beatitudine”), si tratta di un lipide già prodotto dal nostro organismo e implicato nel tono dell’umore e nelle funzioni cognitive. Questa piccola molecola è in grado di legarsi ai recettori dei cannabinoidi mimando gli effetti del THC.

In virtù di questa somiglianza, anche l’anandamide sembra essere in grado di stimolare le percezioni sensoriali e produrre quell’euforia tipica del consumo di Canapa indiana, ma sarebbero necessari decine di chili di cioccolato per raggiungere gli stessi livelli di alterazione della coscienza riscontrati durante il consumo di cannabis.

L’N-oleiletanlamina e l’N-linoleiletanolamina, invece, non si legano direttamente ai nostri recettori cannabinoidi, ma aumentano i livelli endogeni di anandamide, in quanto inibiscono l’anandamide idrolasi, enzima deputato all’inattivazione dell’anandamide.

E quindi, ragazzi, se volete sentirvi euforici, rilassati, o se siete un po’ tristi e avete bisogno di tirarvi su, seguite il consiglio del professor Lupin… Una barretta di cioccolato vi risolleverà la giornata!

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Maria Lombardi
Laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche all’Università di Bologna, mi sto specializzando con un Master di II livello in Fitoterapia. Amante della chimica che governa ogni aspetto della vita, sono innamorata della Natura e di come questa interagisca con la nostra vita e la nostra storia.
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