
No, il mio articolo di oggi non parlerà di famiglie reali, nobili e intrighi di corte.
Vi voglio dare un assaggio di un argomento molto leggero e gioioso: le analisi sulla scena del crimine!
In articoli precedenti ho discusso di analisi dattiloscopiche (cioè repertazione delle impronte digitali); di come, in passato e in epoca moderna, sia stupefacenti che veleni venissero e vengono riconosciuti.
Cosa vi riserva questa puntata? Sangue. Molto bene, no?

[Immagine dell’autore]
Sulla scena di un crimine violento l’analisi delle tracce biologiche riveste un’enorme rilevanza per motivi facilmente intuibili. Le risultanze scientifiche possono infatti corroborare o smentire tesi investigative, il che si traduce in condannare o scagionare imputati. Questo anche a distanza di decenni come celeberrimi cold cases hanno insegnato.
Ma come capire se c’è del sangue oppure no? Perché, diciamolo, non sempre le tracce ematiche sono visibili. Magari sono piccole gocce oppure l’assassino o gli assassini hanno pulito accuratamente l’ambiente. Luminol! Sembra un incantesimo di Harry Potter, ma si tratta di un nome comune (per me anche un po’ affettuoso) da o-amminoftaloil idrazina. Luminol è un nome più carino, vero?

Nella cavità centrale vengono ospitati elementi come ferro (emoglobina) e magnesio (clorofilla).
[Immagine dell’autore]
Ma come fa questa sostanza a “riconoscere” il sangue? Per rispondere a questa domanda, è necessario approfondire come il sangue funziona. Il tipico colore rosso è dato dall’emoglobina contenuta nei globuli rossi appunto. L’emoglobina è un capolavoro ingegneristico (e per la mia personale visione, anche artistico) dell’evoluzione. Si tratta di una proteina dalla struttura molto complessa, composta da quattro subunità. In ciascuna di esse si trova una porfirina, che lega a sua volta uno ione ferro (II). Le porfirine sono una classe di molecole alla base della vita del nostro pianeta, dal momento che costituiscono la parte attiva non solo dell’emoglobina, ma anche della clorofilla (in questo caso legano il magnesio(II)). La presenza del ferro conferisce all’emoglobina la sua funzione essenziale: legare l’ossigeno nei polmoni e l’anidride carbonica nei tessuti (e non solo) per poi trasportarli nell’organismo tramite il sangue, consentendo la respirazione.
A Max Peruz è attribuita la frase: “L’evoluzione è un ottimo chimico”. Insieme al britannico John Kendrew, Max Peruz determinò tramite cristallografia la struttura dell’emoglobina vincendo il Nobel per la Chimica nel 1962. Mica bau bau, micio micio!
Ok, va bene… Ma questo benedetto luminol come funziona? Cosa c’è nel nebulizzatore che si vede anche in serie TV come “CSI” o la nostrana “R.I.S. – Delitti imperfetti “? Oltre al luminol c’è un ossidante, nello specifico acqua ossigenata. Quando la miscela entra in contatto con il sangue, ma anche con altri fluidi biologici, il ferro dell’emoglobina agisce da catalizzatore e avviene la reazione chimica:

[Immagine dell’autore]
Nella reazione chimica, il gruppo “eme”, in inglese è “heme”, funge da catalizzatore e corrisponde alla presenza di sangue. Il gruppo eme è costituito dalla porfirina che lega il ferro.
Ma la luce? Il termine finale hν rappresenta l’emissione di luce, dove h è la costante di Plank e ν la frequenza. Significa che la reazione chimica rilascia energia sotto forma di luce: si tratta del fenomeno della chemiluminescenza. Un contesto più piacevole in cui è osservabile questo fenomeno sono le lucciole in un parco.
Le tracce di sangue trattate con il luminol brillano al buio di luce blu, un po’ come le lancette di alcuni orologi da polso. Questa luce consente non soltanto di individuare la presenza di sangue, ma anche la forma delle macchie stesse, con la possibilità di individuare impronte digitali, palmari o di scarpe. Studiare la forma delle macchie di sangue è fondamentale perché permette di ricostruire la dinamica degli eventi come la presenza o meno di colluttazione, se il cadavere della vittima è stato trascinato, l’arma utilizzata e così via.
Il luminol è una tecnica davvero molto potente, ma ovviamente con dei limiti. Oltre al sangue, reagisce con altri fluidi biologici, come il liquido seminale, ma può dare falsi positivi. Infatti si ha reazione anche in presenza di candeggina e rame.
Oh ragazzi, non è colpa mia se tra le mie passioni c’è la criminalistica. Prendetevela con mia mamma: mentre era in dolce attesa del sottoscritto, aveva l’abitudine di guardare “La signora in giallo”: come milioni di persone, ho adorato la bravissima Angela Lansbury.
Jonathan Campeggio
Bibliografia
Articoli precedenti a tema Chimica Forense su Bar Scienza:
- “Colori stupefacenti”: https://www.barscienza.it/colori-stupefacenti/
- “Il fluoro e la vasca da bagno”: https://www.barscienza.it/il-fluoro-e-la-vasca-da-bagno/
- “Dita appiccicose e omicidi”: https://www.barscienza.it/dita-appiccicose-e-omicidi/
- “CSI nell’Ottocento”: https://www.barscienza.it/csi-nellottocento/
Testo di riferimento:
- “Forensic Chemistry Handbook”, Edited by Lawrence Kobilinsky, Wiley