Desideri fuori controllo: il gancio in mezzo al cielo.

La parola è la luce dell’umanità, e la luce è la parola della natura.

[Giovanni Battista Niccolini]

Qualche lunedì fa abbiamo visto quanto il fenomeno del suicidio sia interconnesso, in chiave patologica, a molteplici elementi in diretto rapporto con la società, come desideri, aspettative e competizione.

Ci ha aiutato in questo uno dei padri della Sociologia, Durkheim, attraverso i suoi studi e le classificazioni del fenomeno che, pur con un margine d’incertezza, contribuiscono alla razionalizzazione del problema.

Infatti, per poter agire concretamente al fine di ridurre il numero di persone vittime di questa condizione, non è sufficiente essere dotati di empatia e spiccata sensibilità. Occorre adottare un approccio più tecnico.

Ce ne possiamo rendere conto in prima persona: se abbiamo a che fare con un depresso e abbiamo la sensazione che abbia la malsana intenzione di togliersi la vita, improvvisamente non sappiamo più come comportarci e ci chiediamo: cosa dire?

Come dirlo?

Meglio usare questa o quella parola?

È evidente quindi che affrontare una situazione del genere è più complesso di quanto spesso si pensi.Innanzitutto, non cadiamo nello stesso errore compiuto dal suicida anomico: non facciamoci sopraffare dalle aspettative.

Sono situazioni in cui non si compiono miracoli ma solo piccoli gesti e piccoli passi. Non corriamo avanti con l’immaginazione e non chiediamoci “Riuscirò a salvarlo?”: la suicidalità ha molte cause e noi non siamo dei professionisti.

L’aiuto più grande che possiamo dare ad una persona a rischio suicidio è parlarne perché, al contrario di quanto normalmente si pensi, dà sollievo e aiuta a sdrammatizzare.

Quindi, indagate sulle sue intenzioni e suggeritegli di rivolgersi a uno specialista.

Non sottovalutate mai le minacce di suicidio: non è vero che chi dà tanto fiato alla bocca poi non mette in atto ciò che dice.

È vero che i casi di minacce di suicidio sono maggiori dei suicidi realmente compiuti, ma bisogna tener presente che l’ideazione suicida, ovvero la pianificazione dell’atto, può poi sfociare in altre manifestazioni, come il tentato suicidio (che può portare a lesioni più o meno gravi) e l’autolesionismo non suicidario.

È fondamentale quindi prendere sul serio ciò che riferisce la persona per cui temiamo, esprimendole i nostri pareri senza criticare o giudicare, limitandoci a far domande che lo inducano al pensiero ragionato nei riguardi di una situazione emotivamente burrascosa, comunicandogli la nostra vicinanza e comprensione.

Vediamo qualche dato.In Italia, è stato istituito l’Osservatorio Epidemiologico sui Suicidi e Tentativi di suicidio (OESTeS), un vero e proprio progetto presentato per il Programma Statistico Nazionale con Istat, Ministero della Salute e il dipartimento di Neuroscienze Salute Mentale e Organi di Senso (Nesmos) dell’Università La Sapienza di Roma.

Grazie a questo progetto, attraverso la rielaborazione e la comparazione di molteplici dati statistici, si otterrà un quadro più chiaro ed esaustivo del fenomeno.

I dati relativi al 2016 mettono in evidenza che nel nostro paese il trend di suicidi è in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Il numero di suicidi è maggiore per il sesso maschile ed è più elevato nelle regioni del nord.

Perché gli uomini ne sono maggiormente vittime rispetto alle donne? Questo è un quesito estremamente interessante, che contiamo di approfondire in un futuro articolo.

Nel mondo, il suicidio si colloca al 20° posto nella classifica delle principali cause di decesso: oltre 800.000 le morti, di individui di qualsiasi età.

Un suicidio ogni 40 secondi.

La World Health Organization (WHO) ha istituito un programma europeo di salute mentale (European Mental Health Action Plan 2013–2020) con lo scopo di fornire assistenza, strumenti e supporto per la tutela della salute mentale e lo sviluppo di servizi di cura e recupero.

Bisogna tener presente che in tutta l’Europa occidentale, questo fenomeno, oltre che costituire un dramma a livello umano, rappresenta anche un costo per il mondo del lavoro (ne deriva circa il 30% dei congedi per malattia cronica) a cui viene destinato quasi il 3% del PIL.

Il programma europeo della WHO persegue perciò 5 principali obiettivi:

  • o promuovere e diffondere in modo chiaro e corretto tutte le informazioni necessarie ad affrontare il problema;
  • o sostenere iniziative e attività che favoriscono il benessere mentale dei cittadini;
  • o offrire formazione atta a responsabilizzare in modo adeguato gli utenti e gli operatori del settore, per garantire la migliore comprensione delle esigenze dei pazienti e la migliore assistenza;
  • o sviluppare una rete capillare di servizi di ascolto, accoglienza e cura, specialmente nei paesi a medio-basso reddito, dove gli aiuti sono piuttosto centralizzati, cioè presenti solo nelle grandi città; 
  • o investire maggiori risorse per le strutture e per le famiglie dei pazienti di lunga degenza, che necessitano di un approccio più accurato e continuativo nel tempo.

Il 10 ottobre è stato istituito il World Mental Health Day, perché c’è ancora molto lavoro da fare ed è possibile fare prevenzione ed arginare questo drammatico fenomeno, parlandone insieme, mantenendo sempre alta l’attenzione su questo tema e su quanto gli è connesso.

Tutto ci riconduce a ciò che appare inequivocabilmente come il mattone costituente del nostro benessere generale ma soprattutto mentale, in questo caso: la comunicazione.

Spesso investiamo tempo e risorse nella carriera e nei beni materiali, ma ricordiamoci che sono i rapporti e gli affetti che costruiamo a determinare principalmente la qualità della nostra vita. E la parola consente la comunicazione più efficace e nutre i nostri rapporti sociali.

Aiutiamoci. Parliamoci.

Doriana Donno

Dopo il corso di Laurea in Letteratura e Filosofia nel 2011 a Milano, Doriana approda con la famiglia in terra elvetica, dove veste i panni di una segretaria super organizzata in una piccola azienda di informatica, ma pratica quotidianamente la filosofia per passione e vocazione. Nutre un profondo interesse per ogni aspetto della vita, in particolare si dedica ad uno studio continuo dei temi antropologici e sociologici.

Fonti:

  • http://www.euro.who.int/en/health-topics/noncommunicable-diseases/mental-health;
  • http://dati.istat.it/Index.aspx?QueryId=33580.

Libri di testo:

  • Fuani Marino, “Svegliami a mezzanotte”, Edizioni Einaudi, 2019.

Onlus di riferimento in Italia:

  • Telefono azzurro: www.azzurro.it / Telefono: 19696;
  • Telefono amico: http://www.telefonoamico.it / Telefono: 199 284 284.