Eco-canto di Natale

Immagine che contiene albero, esterni, persona, uomo

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Figura 1 – Fonti delle immagini: Flickr.com e christmasvillageworld.com

Era la Vigilia di Natale e, dalla finestra all’ultimo piano della fabbrica, si vedeva camminare agitatamente il signor Scrooge, un vecchio signore, proprietario della fabbrica sin da quando aveva vent’anni. 

Il mese di Dicembre gli creava sempre ansia e irritazione: ferie dei dipendenti, tredicesime, chiusure contabili, ecc…

Ma oggi era ancora più nervoso, dopo aver letto sul giornale l’allarme per un inverno particolarmente caldo.

“Riscaldamento globale… bah, bubbole! Tutti gli anni dicono ‘Questo è l’inverno più caldo degli ultimi 100 anni’, ma tutti gli anni devo pagare bollette stratosferiche per il riscaldamento dell’azienda. Magari ci fosse veramente questo riscaldamento globale!”

Ad un certo punto, la segretaria annunciò la presenza del nipote alla porta. Il signor Scrooge decise di farlo entrare.

“Zio, sono qui per invitarti al cenone di Natale con la mia famiglia… e per chiederti se hai avuto modo di dare un occhio al progetto che ti avevo sottoposto per impattare meno sull’ambiente con la produzione.”

“Nipote!” disse Scrooge, con tono alterato. “Ho esaminato il tuo progetto, ma non ho intenzione di spendere un centesimo per queste scempiaggini ambientali! E, in quanto alla cena, non penso proprio che parteciperò, per sentire te e la tua famiglia discutere di ambiente e cose simili! Buon Natale e addio!”

Quella sera, dopo una lunga giornata di lavoro, chiuse la fabbrica e si avviò verso casa. 

Nel tragitto ripensò allo scontro avuto col nipote. Ma più ci pensava, più era convinto di aver ragione… che senso aveva pensare all’ambiente? Gli affari sono affari. Il mercato non guarda all’ambiente.

Giunto a casa, dopo una frettolosa cena, si sedette in poltrona a leggere un po’.

Ma, verso le undici, sentì un rumore sinistro, uno sferragliare di catene e, improvvisamente, si materializzò davanti a lui lo spirito di Marley, il suo ex socio, proprietario al 50% della fabbrica finché era in vita.

Marley era morto sette anni prima, a causa di un cancro ai polmoni, dovuto alle emissioni tossiche della fabbrica… almeno questo era quello che dicevano i medici.

Inizialmente Scrooge non lo riconobbe e, intimorito, si alzò di scatto dalla poltrona.

“Ebenezer…” disse Marley, “sono io, Ebenezer. Il tuo socio Marley. Quella fabbrica, amico mio, ti sta uccidendo, come ha ucciso me. 
La vedi questa catena? Me la sono costruita in vita e ogni anello rappresenta una mia azione contro l’ambiente: questo è per lo scarico di prodotti tossici nel fiume, questo è per non aver investito nei filtri per i fumi emessi dalle ciminiere, questo è per quando tenevo il motore dell’auto acceso per riscaldarmi mentre aspettavo mio figlio…
Ebenezer, stasera sono qui per ammonirti e aiutarti. Questa notte riceverai la visita di tre spiriti. Dai retta a loro e segui attentamente ciò che ti dicono. Fai tesoro dei loro consigli. 
Addio, Ebenezer!”

Scrooge era ancora scosso per quell’incontro. “Mi sarò senz’altro appisolato e avrò fatto un incubo. Dev’essere così!” 

E si avviò verso il letto, per dormire.

Ma quella notte non avrebbe dormito molto.

Verso mezzanotte Scrooge si svegliò… gli parve di aver sentito dei passi in casa.

Cercò a tastoni l’interruttore e, una volta trovato, accese la luce e sobbalzò. 

Si trovò davanti una sorta di uccello, simile a un pinguino: “Salve, signor Scrooge!” – disse l’uccello.

Scrooge era incredulo e pensò subito a uno scherzo.

Ma l’uccello continuò: “Sono un esemplare di alca gigante… non so se hai mai sentito parlare di me. La mia specie si è estinta grazie a voi umani, Scrooge. E stanotte ti porterò indietro nel passato e ti mostrerò come ci siamo estinti”.

L’uccello gli toccò la vestaglia  e in un attimo i due si trovarono sull’isola canadese di Terranova.

Era il 1534. 

L’isola brulicava di uccelli: urie, sule e, soprattutto, alche giganti. 

All’orizzonte, al largo, Scrooge riusciva a scorgere delle imbarcazioni. Si trattava prevalentemente di pescatori, dediti alla pesca del merluzzo.

“Li vedi, Ebenezer?” – disse l’alca gigante – “quegli uomini in mare saranno la nostra rovina”.

L’alca toccò nuovamente la vestaglia di Scrooge. I due si trovarono nuovamente sull’isola di Terranova, ma ora era il 1622.

Sull’isola erano sbarcati i pescatori, che iniziavano a catturare gli uccelli presenti  per cibarsene. 

Erano delle prede così facili, indifese, un’occasione da non lasciarsi scappare.

“So cosa stai pensando, Ebenezer. Gli uomini devono pur cibarsi. Che male c’è se uccidono qualche uccello? Ce ne sono così tanti su quest’isola!”

L’alca guida toccò ancora la vestaglia di Scrooge e, subito dopo, i due si ritrovarono sulla stessa isola, qualche decennio più tardi.

Gli uomini sbarcavano sempre più frequentemente  e catturavano sempre più uccelli, commettendo le più ignobili barbarie verso queste innocenti creature: le alche giganti non erano più un semplice mezzo di sostentamento per loro. Erano diventate qualcosa di più redditizio, un mezzo per arricchirsi.
Venivano usate nei modi più impensabili:  come esche nella pesca, come combustibile, il loro piumaggio veniva utilizzato per imbottire i materassi.
Scrooge vide le terrificanti scene di maltrattamenti a questi uccelli, che venivano ammassati in recinti e, successivamente, spiumati vivi. 

Gli uccelli, infreddoliti e pieni di ferite, morivano qualche giorno dopo, tra mille sofferenze.

Alla visione di queste immagini truculente, Scrooge rimase sconvolto, gli occhi si riempirono di lacrime, una nausea intensa iniziò a pervaderlo.

“Spirito” – implorò Scrooge – “ti prego, Spirito! Portami via! Non riesco a sopportare queste scene!”

“Ma come, Ebenezer? Quegli uomini si sono arricchiti con noi! Non sei felice? A chi importa di qualche misero uccello? D’altra parte, gli affari sono affari!”.

Lo spirito svanì, Scrooge chiuse gli occhi per non vedere le violenze perpetrate a quei poveri animali e, all’improvviso, si ritrovò nella sua stanza. 

Chissà, forse era stato tutto un sogno?

Con quelle scene ancora in testa, Scrooge cercò di rimettersi a dormire, ma non era facile.

Dopo un po’ riuscì a riprendere sonno ma, anche stavolta, non avrebbe dormito per molto tempo.

Dopo un paio d’ore una luce intensa invase l’abitazione, una luce talmente intensa da svegliarlo, quasi fosse mattina e qualcuno avesse spalancato improvvisamente le imposte dei balconi.

Un’alta fiamma, all’angolo della stanza, lambiva il soffitto.

Scrooge, in preda al panico, si alzò di scatto e, accanto al fuoco, notò un albero. Non era un albero qualsiasi, si muoveva e continuava ad alimentare il fuoco con la legna.

Scrooge, con voce tremolante chiese: “Chi sei? Che stai facendo?”

“Chi sono?” – ribatté l’albero – “Sono un albero, che domande! Sto gettando in questa pira ciò che rimane dei miei fratelli, morti per mano vostra, stupidi uomini! Ognuna di queste creature è preziosa per l’ambiente… ma anche per voi! E voi che fate? Li abbattete, li tagliate, sono solo un ostacolo agli affari! Non riesco a esprimerti a parole quanto tutto ciò mi disgusti!”

“Aggrappati al mio ramo” – continuò l’albero.

In un attimo, l’albero e Scrooge si trovarono nel bel mezzo della foresta Amazzonica.

Scrooge era meravigliato da così tanta bellezza. 

Il fruscio del vento tra gli alberi, gli uccelli che cinguettavano, animali che sgattaiolavano tra le piante e l’erba, gocce d’acqua che cadevano sul terreno, … che pace! Era un ambiente così diverso dalla città in cui viveva, chiassosa, affollata, inquinata… qui si respirava decisamente un’altra aria.

“Meraviglioso” – disse Scrooge, quasi senza accorgersene. 

“Una volta lo era di più” – disse l’albero – “Ascolta! Stanno arrivando!” – continuò.

Scrooge tese l’orecchio e sentì in lontananza un rumore di seghe in azione e delle voci. 

“Eccoli, stanno venendo a uccidere i miei fratelli! Non si fermano mai!” – disse l’albero.

“Dagli anni Settanta del secolo scorso al 2017 si sono persi circa 800 000 kmdi foresta, un’area più grande della Francia. E dal 2019, quando Bolsonaro è diventato Presidente, la deforestazione è aumentata del 75,6% per far spazio ad attività industriali, piantagioni e allevamenti, che hanno portato ad un aumento delle emissioni di gas serra del 9,5%.

E non pensare che questo sia l’unico caso! Un po’ovunque nel mondo si ripetono le stesse scene: Malesia, Indonesia, Cambogia, ma anche nei Paesi Europei, che tanto si proclamano attenti all’ambiente.

Ma gli affari sono affari! Non è vero, Scrooge? Che vi importa se qualche foresta sparisce, se qualche piccola popolazione indigena subisce soprusi e viene spodestata in nome del dio Denaro? L’importante è che l’economia prosperi!”

Scrooge rimase in silenzio, con lo sguardo basso, a riflettere su quanto aveva visto, mentre l’albero guida sparì.

Rialzando lo sguardo, Scrooge si accorse di essere in un luogo completamente diverso: arido, molto caldo, privo di alberi, con l’erba rinsecchita… un luogo morto.

Accanto a Scrooge, silenziosa, una figura con una lunga veste nera e un cappuccio nero sulla testa.

Scrooge intuiva chi potesse essere quell’oscura presenza: “Spirito” – disse Scrooge, con voce insicura – “siamo qui per vedere gli eventi che potranno accadere in futuro?”.

Lo spirito indicò l’arido terreno e Scrooge chiese: “Dove ci troviamo, Spirito?”.

L’ombra indicò un cartello, recante il nome del luogo. Si trattava di una piccola città africana. Scrooge sussultò… conosceva quel luogo, ci era stato in viaggio da giovane. 

Ma lo ricordava come un posto rigoglioso, pieno di alberi e di fauna. Vederlo in quelle condizioni, senza alcuna forma di vita, lo rattristò profondamente.

“Avevo sentito parlare della desertificazione” – disse Scrooge – “quel processo di degradazione e inaridimento di aree di territorio dovuto principalmente a cause umane.

Già nella mia epoca era in corso, a un tasso 35 volte superiore alle medie delle epoche precedenti. 

È causato da attività di agricoltura intensiva, allevamento, urbanizzazione ed estrazione mineraria, che sottraggono terreno alle piante e alle foreste e privano il terreno di nutrienti.”

Giusto il tempo per un altro sguardo intorno e lo Spirito trasportò Scrooge in una stanza oscura. Si trattava della Sala della Biodiversità del Museo Americano di Storia Naturale.

Al centro della stanza era presente una targa, che affermava che il mondo stava assistendo “a una Sesta estinzione, causata dalla trasformazione del paesaggio ecologico a opera dell’uomo.”

Spostandosi radialmente verso le pareti della stanza, Scrooge incontrò diversi pannelli con spiegazioni inerenti le varie estinzioni, dalla più antica alla più recente.

Sotto questi pannelli, Scrooge osservò i resti fossili delle specie che si erano estinte nelle varie epoche.

Giunto in fondo alla stanza, lo Spirito indicò a Scrooge un sesto pannello, privo di scritte.

Lo Spirito gli  indicò di guardare sotto il pannello, ma quest’ultimo era riluttante. Immaginava che cosa avrebbe visto.

Lo Spirito insistette e Scrooge, facendosi forza, guardò in basso… resti umani!

Piangendo, Scrooge chiedeva allo Spirito: “Spirito, questi sono gli eventi che accadranno o quelli che potrebbero accadere se non modifichiamo il nostro comportamento?”

Ma lo Spirito sparì, lasciando Scrooge con il dubbio.

Secondo voi, lettori, siamo in tempo per invertire il corso degli eventi?


Andrea Marangoni

Laurea Magistrale in Fisica con una tesi sui dischi circumstellari presso l’Università degli Studi di Padova.

Appassionato di scienza fin da bambino, tifoso della Juventus, nel tempo libero mi piace dedicarmi all’attività fisica. 

“I’m just a mad man in a box”.

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