Le grandi intuizioni della medicina: la storia di Alice Ball
Alice Augusta Ball (1892-1916) [autore sconosciuto, da Wikipedia]

I riccioli neri fuoriescono dal tocco, leggermente arruffati come ci si aspetta da chi passa la maggior parte del suo tempo in laboratorio, con la testa china avvolta nei pensieri; gli occhi, grandi e scuri, esprimono una serietà e una fierezza rari.

È stata una grande determinazione, unita alla sua genialità, a portare Alice August Ball a diventare la prima donna afroamericana a laurearsi all’Università delle Hawaii, nel 1915.

Alice nasce a Seattle nel 1892, da una famiglia benestante. Il nonno era James Presley Ball, nome che dovrebbe suonare familiare a chi ha studiato fotografia, mentre il padre era un abile avvocato.

Alice ha invece una spiccata abilità nelle scienze; all’università di Washington ottiene in 4 anni una laurea in Chimica farmaceutica ed una in Farmacologia.

È  un portento ed una studentessa modello, tant’è che avrà la possibilità di entrare nella prestigiosa università di Berkeley, in California. Tuttavia sceglierà di tornare a Honolulu, dove aveva già vissuto con la famiglia, e di iscriversi ad una laurea magistrale in Chimica, all’Università delle Hawaii.

Ed è proprio in quel luogo che porterà avanti uno studio che la condurrà al successo. Fondamentale è l’incontro con il Dottor Hollman, che lavora a Kalihi, un quartiere della capitale dove si trova una clinica in cui vengono curate le persone affette dalla Malattia di Hansen, meglio nota come Lebbra.

La Malattia di Hansen

Si tratta di una malattia infettiva che colpisce la pelle e i nervi periferici, con conseguenze più o meno gravi e che nel corso della storia ha portato chi ne era affetto a pesanti risvolti anche di tipo sociale, essendo i malati confinati a vivere nei lazzaretti, come capitava a chi contraeva la peste.

La malattia è diffusa sin dall’antichità, come dimostrato dal ritrovamento di uno scheletro vecchio di millenni e che mostra inequivocabili segni, e dai diversi testi scritti che nel corso dei secoli ne hanno fornito una descrizione.

La svolta arriva nel 1868, quando il medico norvegese Gerhard Armauer Hansen riesce a dimostrare che il morbo è causato da un batterio, denominato poi Mycobacterium Leprae.

Lo studio di Alice

I pazienti affetti dal Morbo di Hansen venivano generalmente curati con l’olio di Chaulmoogra (Hydnocarpus wightianus, pianta nota nella tradizione medica cinese ed indiana), che dava qualche miglioramento, ma senza mai arrivare a risultati incoraggianti; inoltre, i pazienti erano restii ad assumerne per un tempo prolungato questa terapia, a causa degli spiacevoli effetti collaterali che comportava.

L’unica soluzione era riuscire ad estrarre il principio attivo per ottenere un farmaco iniettabile.

Alice stava già lavorando su un’altra pianta, la Kava (Piper methysticum), che era il vero oggetto della sua tesi.

Su richiesta di Hollmann si incaricò di questa operazione e in breve riuscì ad estrarre un estere etilico dall’olio di semi dalla pianta, che diverrà la base per un preparato intravenoso dalla maggior efficacia e che fino agli anni ‘40 (quando vennero introdotti farmaci a base di solfoni) sarà il trattamento base per questa malattia.

La sorte avversa

Si tratta di una scoperta di importanza planetaria, vista la diffusione della malattia e la sua gravità. Tuttavia Alice non saprà mai quanto successo avrà ottenuto. Morirà infatti un anno più tardi, nel 1916, prima di pubblicare gli studi.

Ad ucciderla sarà un avvelenamento da cloro durante una dimostrazione in classe. Sì, perché oltre all’attività di ricerca, Alice era già divenuta insegnante: la prima donna ad insegnare in quell’Università.

Fu il medico Arthur L. Dean, chimico anch’egli nonché presidente dell’Università, a proseguire i suoi studi ed ad attribuirsene il merito, nonostante un articolo del 1922 in cui il dott. Hollmann rivendicava l’importante contributo di Alice, anche se nessuno gli diede troppo credito e la memoria della sfortunata ragazza venne persa con gli anni.

La gloria

Solo nei primi anni ‘90 un gruppo di studenti dell’Università, con l’aiuto di archivi storici e di racconti che i residenti tramandavano da generazioni, riportò alla luce la sua vicenda, consegnandola definitivamente Alice alla Storia.

L’ateneo riconobbe ufficialmente la grande importanza del suo contributo scientifico ed umano e, il 29 Febbraio del 2000, fece apporre nei pressi di una pianta di Chaulmoogra, dietro la Bachman Hall, una targa di bronzo dedicata alla giovane studentessa.

Da quel giorno, ogni quattro anni, si celebra l’Alice Ball Day. Più tardi, nel 2007, Alice verrà insignita con la Medal of Distinction su volere dell’Università. Di recente è stata anche istituita una borsa di studio a suo nome, indirizzata agli studenti di biologia, chimica e microbiologia.

Targa commemorativa di Alice Ball all’Università delle Hawaii

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Davide Ghisi

Laurea triennale in Scienze della Comunicazione, Tecniche di Laboratorio biomedico e laurea magistrale in Biotecnologie Mediche. Percorso di studi contorto, persona semplice. Mi appassiona tutto ciò che siamo e che facciamo.

Fonti:

  • http://www.northwesthawaiitimes.com/hnsept07.htm;
  • https://www.blackpast.org/african-american-history/people-african-american-history/ball-alice-augusta-1892-1916/;
  • https://www.biography.com/scientist/alice-ball;
  • https://www.nationalgeographic.com/news/2018/02/alice-ball-leprosy-hansens-disease-hawaii-womens-history-science/;
  • Robbins G1, Tripathy VMMisra VNMohanty RKShinde VSGray KMSchug MD, “Ancient skeletal evidence of leprosy in India (2000 B.C.)”, PLoS One. 2009 May 27;4(5):e5669. doi: 10.1371/journal.pone.0005669;
  • https://scholarspace.manoa.hawaii.edu/handle/10125/1837;
  • http://www.hawaii.edu/news/2017/02/23/alice-ball-scholarship-honors-pioneering-chemist-in-fight-against-hansens-disease/;
  • http://thewalkinghawaiian2.blogspot.com/.