Parte II: 1933-1945.
[Foto di gruppo a Peenemünde: von Braun, con all’occhiello la spilla del partito nazista, è attorniato da ufficiali e collaboratori, fra i quali Walter Dornberger. Fonte: Bundesarchiv.de (archivio federale tedesco).]
Tra i grandi nomi dell’astronautica, Wernher Von Braun occupa indubbiamente un posto particolare.
Particolare in virtù, in primo luogo, della sua storia, intrecciata in modo indissolubile coi grandi eventi del 20° secolo.
In questa serie di articoli la esamineremo, avvalendoci anche di contributi emersi solo recentemente.
La prima puntata di questa serie si trova qui.
Sintetizzandola: Wernher von Braun, giovane barone prussiano appassionato di musica, è guidato sulla via della creazione di razzi da un libro di Hermann Oberth. Entra nella Verein für Raumschiffahrt (VfR, “Società per il volo nello spazio”), la quale viene a poco a poco inglobata nell’esercito tedesco, bisognoso di dotarsi di armi efficienti. Nel frattempo, la Germania vede il crollo della repubblica di Weimar e l’ascesa di Hitler, ma von Braun, essendo nobile, non si cura affatto del destino della plebe.
Finanziato dall’artiglieria, Wernher von Braun fa progressi: il primo razzo (Aggregat-1, o A-1) ha già una spinta di quasi 3 kN, sebbene sia parecchio instabile. Per raffreddare la camera di combustione e l’ugello, usava la tecnica del “raffreddamento rigenerativo”1: il propellente (alcol) passava prima nella doppia parete della camera di combustione, asportando calore e, in parte, vaporizzandosi. Nelle pareti interne una serie di piccoli fori permetteva l’uscita da parte del propellente, il quale creava una sorta di “velo protettivo” prima di poter bruciare.
Da buon nobile, nel novembre 1933 Wernher, allora ventiduenne, fa domanda per entrare nella scuola di equitazione delle SS (a Berlino parecchi aristocratici ne facevano parte) e nella primavera del 1934 completa la sua tesi universitaria (in fisica, ovviamente sul processo di combustione nei razzi a propellente liquido). Nell’estate dello stesso anno si congeda dalla scuola di equitazione, di fatto lasciando le SS. Nel dicembre 1934 è già pronto il razzo A-2, con miglioramenti al sistema di navigazione e alla propulsione. Il 19 e 20 dicembre i due razzi A-2 denominati “Max” e “Moritz” (due gemelli terribili protagonisti di una vecchia storia per bambini) raggiungono i due chilometri di quota: in quel momento, è il record assoluto di altitudine per un razzo a propellente liquido.
Wernher von Braun festeggerà con una vacanza di lusso a Londra.
Gli sviluppi si susseguono senza sosta: il 1935 vedrà la nascita dell’A-3, razzo capace di una spinta al decollo di quasi 15 kN e la gittata di 400 Km.
Nel frattempo, Hitler fa a pezzi il trattato di Versailles, svelando la Luftwaffe, vale a dire l’aviazione, e reintroducendo la coscrizione obbligatoria.
Centinaia di migliaia di marchi tedeschi piovono su von Braun e sul suo team, che comincia a ingrandirsi e a ospitare nuove infrastrutture, come delle nuove rampe di collaudo. Diventa chiaro che un centro di ricerca capace di supportare sia lo sviluppo dell’aviazione che di razzi aventi gittata di centinaia di chilometri non possa essere fatto a Kummersdorf, quantomeno per ragioni di sicurezza. Von Braun suggerisce la sperduta riserva di Peenemünde, ex terreno di caccia del nonno.
Per trasferirsi, serve naturalmente l’appoggio politico, e nel marzo 1936 il generale Werner Freiherr von Fritsch, comandante in capo dell’esercito, visita Kummersdorf per vedere un test dei motori dell’A-2 e A-3. Impressionato, von Fritsch fa trasferire le attività di Kummersdorf alla nascente base di Peenemünde, che oltre al centro di ricerca sui razzi ospiterà anche un campo di aviazione sul lato occidentale della penisola di Usedom, nell’attuale Meclemburgo-Pomerania anteriore.
Il gruppo di von Braun si trasferirà a Peenemünde nel 1937. Wernher sarà direttore tecnico, all’inizio con circa 350 persone alle sue dipendenze. Il 12 novembre 1937, quattro anni dopo la sua prima, breve, iscrizione alle SS, von Braun entra effettivamente a fare parte del partito nazista: è registrato al n. 5.738.692. Nel frattempo è già diventato un pilota privato di aerei. I primi lanci del razzo A-3, a dicembre ’37, sono un fallimento a causa dell’instabilità del sistema di guida e navigazione, sistema che si rivelerà essere il vero “tallone d’Achille” di tutti i razzi Aggregat. A questo problema von Braun tenta di porre rimedio in molti modi: dapprima cercando di migliorare il sistema esistente, prodotto da un’azienda segretamente acquistata dalla Marina; poi mettendolo in concorrenza con altri sistemi. Si crea anche un razzo più piccolo, l’A-5, per effettuare dei test.
Dopo parecchi tentativi, l’A-5 viene lanciato con successo per la prima volta il 31 ottobre 1939: nel frattempo Hitler ha già annesso Austria e Sudeti e invaso la Polonia, scatenando la seconda guerra mondiale.L’8 aprile 1940 il Generale Karl Becker, “scopritore” di von Braun al tempo della VfR e sostanziale protettore del gruppo di Peenemünde presso le “alte sfere” del Reich, si suicida nella sua casa di Berlino, non sopportando l’onta di esser stato criticato da Hitler per le carenze nella produzione di munizioni. Il rischio è che Peenemünde perda importanza e, quindi, la priorità dello sviluppo. Proprio in quel periodo il capo delle SS, Heinrich Himmler, fa pressioni su von Braun affinché rientri a fare parte delle SS. Wernher von Braun accetta, e ottiene la tessera delle Schutzstaffel n. 185.068 (e il grado onorario di sottotenente) il 1° maggio 1940. Sarà promosso tre volte, raggiungendo il grado di maggiore.
[L’unica foto con Wernher von Braun in uniforme (nera) da SS: è quasi completamente coperto da Himmler, che è il terzo da sinistra in primo piano in movimento. Credito: Smithsonian Archives.]
Dopo parecchi tentativi e miglioramenti, il 3 ottobre 1942 un razzo A-4 (o V-2, come verrà poi ribattezzato dalla propaganda) decolla da Peenemünde, raggiungendo l’apogeo di 90 Km e schiantandosi nel Baltico a circa 200 chilometri più a nord.
[Foto del lancio del 3 ottobre 1942: il primo oggetto costruito dall’uomo a raggiungere i confini dello spazio.
Credito: Bundesarchiv Deutschland/NASM-SI.]
Lo sviluppo dell’A-4/V-2 (o development hell, per usare un termine adesso in voga) è sostanzialmente terminato: si passerà al cosiddetto production hell, cioé produrre V-2 in grandi numeri. La forza lavoro usata, in numeri molto maggiori che nella fase di sviluppo, sarà costituita da prigionieri di guerra e oppositori politici.
Il 18 agosto 1943 Peenemünde viene bombardata per la prima volta dagli Alleati. La reazione nazista è violenta: la forza lavoro dei prigionieri viene aumentata, in ragione di due prigionieri per ogni lavoratore tedesco specializzato. È von Braun a dare quest’ordine, in una lettera del novembre 1943. Quest’ordine, secondo gli standard internazionali, verrebbe facilmente definito un “crimine contro l’Umanità”.
A marzo 1944, per la Germania nazista, si mette male, e anche Wernher von Braun subisce conseguenze: un mese dopo aver negato a Himmler, e quindi alle SS, il controllo di Peenemünde, viene arrestato da parte delle Schutzstaffel, per crimini contro lo stato. Dornberger e Albert Speer intercedono per far cadere le accuse, e al contempo assicurarsi la produzione delle V-2 in congrui numeri. Circa 4.300 razzi vennero lanciati sulle città di Londra, Parigi, Anversa e Liegi tra il 1944 e il 1945: si stima che almeno 10.000 persone perirono nella loro costruzione, nei siti di Peenemünde, Nordhausen (in Turingia, con prigionieri del vicino campo di concentramento di Buchenwald come manodopera) e Friedrichshafen, sul lago di Costanza. I morti causati dalle V-2 in Inghilterra, Francia e Belgio sono stati circa 9.000, e circa 25.000 i feriti.
Dopo l’arresto, von Braun è disilluso nei confronti dell’esito della guerra, e comincia inconsciamente a rendersi conto del suo operato. Col crollo del Reich gli ordini contraddittori si intensificano. Ciò favorisce i preparativi di evacuazione di progetti e tecnici da Peenemünde.
Dopo il suicidio di Hitler, il 2 maggio 1945 von Braun si consegna agli americani a Reutte, in Austria.
Laurea in Economia, master in giornalismo e comunicazione, informatico di professione.
Una inesauribile curiosità per tutto quel che lo circonda e tanta passione per la divulgazione.
Su Bar Scienza si occupa principalmente di spazio, sia essa storia dell’esplorazione spaziale o tecnologie derivate da essa.
Collabora con riviste del settore aerospaziale, come “Spazio Magazine” e gestisce una sua rubrica settimanale ogni sabato alle 10:30 su una web radio locale, www.linearadiosavona.com.
Il suo primo libro è “Dallo spazio alla radio” (per saperne di più: https://linktr.ee/dallospazio) i cui proventi sono destinati all’Istituto Ospedaliero “Giannina Gaslini” di Genova.
Biografia, fonti e approfondimenti:
- Michael J. Neufeld, “Von Braun: dreamer of space, engineer of war” – Smithsonian Institution, 2007.
- Douglas Brinkley, “American moonshot: John F. Kennedy and the U.S. space race” – HarperCollins, 2019.
- Giovanni Caprara, “Breve storia dello spazio: avventure e scoperte di uomini e robot” – Salani Editore, 2021.
- Bundesarchiv Deutschland: https://www.bundesarchiv.de/.
- National Air and Space Museum – Smithsonian Institution:
https://airandspace.si.edu/collection-objects/missile-surface-surface-v-2-4/nasm_A19600342000. - USAF National Museum:
https://www.nationalmuseum.af.mil/Visit/Museum-Exhibits/Fact-Sheets/Display/Article/195894/v-2-rocket/. - Per approfondire in merito al razzo A-4 (o V-2, come è tristemente e meglio conosciuto): https://v2rockethistory.com.
Note:
1. La tecnica, inventata dall’ingegner Carl Wilhelm Siemens nel 1857, era comunque già in uso in Italia: lo scienziato italiano Gaetano Crocco, assistito dal figlio Luigi, nel 1930 creò la prima camera di combustione a raffreddamento rigenerativo per un motore di razzo alimentato a propellente liquido. La mancanza di fondi e lo scoppio della seconda guerra mondiale “confinò” Crocco nell’ambito dell’accademia.