Una Libellula su Titano

Per prima cosa la notizia interessante: la NASA ha in programma una missione di nuova generazione per lo studio di tracce di composti organici prebiotici e la ricerca di possibili tracce di vita extraterrestre! Il nome: Dragonfly

Adesso, però, ci vuole l’immancabile “ma”: il lancio è previsto per il 2026 e l’arrivo a destinazione per il 2034… Insomma, c’è un bel po’ da aspettare…

Perché allora parlarne adesso? Beh, perché, a quanto pare, si tratta di una cosa mai vista prima quindi meglio farsi trovare pronti!

[di Skeeze, Pixabay]

L’obiettivo: TitanoNell’immaginario comune la vita extraterrestre si trova solitamente su un altro pianeta e già qui bisogna precisare che non è esattamente così. Parlando del nostro sistema solare, e tralasciando Marte (che studiamo con missioni varie praticamente senza sosta da oltre 50 anni e sul quale la questione è ancora aperta) si può tranquillamente escludere questa ipotesi: le condizioni ambientali dei primi due pianeti rocciosi e dei giganti gassosi, infatti, non lasciano scampo. Ecco allora che l’attenzione si sposta sui satelliti dei grandi pianeti come Giove e Saturno. Qui troviamo numerose lune di dimensioni confrontabili con la Terra, a volte con condizioni abbastanza favorevoli. Se volete un riferimento cinematografico, nel film “Avatar” del 2009 l’ambientazione è appunto “Pandora”, una luna di un pianeta gassoso extrasolare.

Attenzione però! Qui nel mondo reale non stiamo parlando di ambienti facilmente abitabili o addirittura colonizzabili, si tratta pur sempre di mondi a grande distanza dal Sole e quindi molto molto freddi. Capita però che alcune di queste lune presentino condizioni interessanti e che vale la pena approfondire. Una di queste è appunto Titano, il più grande satellite di Saturno.

Titano è degno di nota perché è praticamente l’unico della sua categoria a possedere un’atmosfera densa e, cosa ancora più affascinante, ha un aspetto a prima vista non molto diverso dalla Terra con fiumi, laghi e mari allo stato liquido! Anche qui però occorre fare attenzione: non si tratta ovviamente di fiumi, laghi e mari di acqua (la temperatura non lo permetterebbe) bensì di idrocarburi come il metano. L’ipotesi allora è che Titano ospiti condizioni prebiotiche, una situazione cioè non esageratamente diversa da quella della Terra primordiale.

Certamente c’è anche acqua, ma in superficie può esistere solo in forma di ghiaccio. E’ possibile che sotto la superficie esista una distesa di acqua liquida che potrebbe ospitare qualche forma di vita ma è ancora tutto da verificare.Viste le sue caratteristiche uniche, Titano è già stato meta di alcune missioni passate che lo hanno osservato da vicino. Le prime in ordine cronologico sono state la Voyager 1 e la Pioneer 11 che gli sono passate accanto negli anni ‘80 e ci hanno fornito le prime immagini. La missione più importante invece è iniziata nel 1997 con il lancio della sonda “Cassini” che nel 2005 ha sganciato il lander “Huygens” che è atterrato con successo sulla superficie e ci ha trasmesso le prime immagini dal suolo.

La missione: Dragonfly

Eccoci finalmente a parlare della missione! Dicevamo che si tratta di una cosa mai vista prima e il motivo è che, a differenza di tutte le missioni passate, in questo caso non si parla né di un lander (cioè una sonda che atterra sulla superficie e poi resta dov’è) né di un rover (una sonda in grado di muoversi su ruote) ma di un drone in grado di volare e raggiungere quindi facilmente zone diverse della superficie! Il velivolo, che peserà circa 450 Kg, sarà dotato di 8 eliche e ospiterà alcuni strumenti (tra cui uno spettrometro di massa, un sismografo e naturalmente una fotocamera) con cui potrà analizzare campioni di suolo e di atmosfera. Come dicevamo, lo scopo è quello di fornire dettagli sull’ambiente di Titano per valutare la sua compatibilità con la vita.

Mi sembra già di sentire obiezioni del tipo “fantastico ma allora perché non hanno mai progettato prima una cosa del genere?”. La risposta è semplice ed è legata appunto alle caratteristiche di Titano e in particolare della sua atmosfera. La densità dell’aria sul satellite di Saturno è elevata (persino più alta di quella dell’acqua) e questo rende possibile volare con delle eliche. Su Marte, sulla Luna e in generale sui corpi celesti coinvolti nelle missioni precedenti un drone sarebbe praticamente inutilizzabile.

Per chi è interessato ad approfondire qui sotto ci sono alcuni link, a tutti gli altri, buona attesa!

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Roberto Virzi Ha studiato Astrofisica a Milano e subito dopo ha iniziato a svolgere il suo mestiere preferito: insegnare Matematica e Fisica nelle scuole superiori. Altre grandi passioni: la sua famiglia, le gite in montagna e la divulgazione scientifica.

Fonti e approfondimenti: