Perché fare la pipì su ogni oggetto che hai a disposizione non ti dirà il sesso del bambino che aspetti

Quando si aspetta un bambino sono solitamente tre i grandi dilemmi che affliggono i futuri genitori: saremo all’altezza del compito che ci spetta? Il piccolo godrà di buona salute? Ma, soprattutto… Maschio o femmina?

Ogni buon dottore coscienzioso vi dirà che dovrete attendere il secondo trimestre di gravidanza per sapere con esattezza il sesso del nascituro, ma si sa… A volte l’impazienza gioca brutti scherzi.

Ecco quindi che prozia Adalgisa e Internet – accoppiata tanto improbabile quanto devastante – corrono in vostro soccorso: a quanto pare basta fare pipì un po’ dappertutto, seguendo alcuni “rituali” che si collocano fra il buffo e l’inquietante, per scoprire se il bebè dovrà chiamarsi Irma o Roberto.

Del cavolo rosso non si butta via niente

Uno dei metodi più gettonati è, a quanto pare, l’utilizzo dell’acqua di cottura del cavolo rosso.

Basterebbe, infatti, aggiungere “una o due gocce” della propria urina e valutarne, a seguito, il colore: se l’acqua è diventata viola allora si aspetta un bambino, se rosa allora una femminuccia.

Se è verde uno xenomorfo, se gialla siete pregati di contattarmi perché vi è finito in pancia lo Cthulhu che sto cercando di evocare da tre mesi a questa parte.

No? Non credete ad una sola parola delle ultime righe che ho scritto? Bravi, perché è tutto falso.

Le credenze popolari si mischiano al concetto chimico dell’indicatore: un composto in grado di cambiare colore a seconda dell’ambiente chimico in cui si trova e che serve, solitamente, a stabilire se una sostanza sia acida o basica.

Il colore del cavolo rosso è dovuto alla presenza di sostanze chiamate antocianine, le quali sono un perfetto indicatore chimico di pH (ne parla Dario Bressanini proprio qui)… Ma il pH dell’urina non è in alcun modo influenzato dal sesso del proprio bambino!

Il suo valore deve essere sempre compreso fra 4,6 e 7,8: come vedete questo è un range molto ampio, influenzato da diversi fattori, come l’alimentazione, il livello di idratazione o eventuali infezioni del tratto urinario, per citarne alcuni.

Nulla per cui il vostro bebè possa fare qualcosa.

Bolle… Mille bolle blu!

Se mettere la vostra pipì dentro l’acqua di cottura del cavolo rosso per voi non è abbastanza, allora non vi resta che preparare del bicarbonato di sodio e metterci dentro qualche cucchiaino di urina: leggenda vuole che se questa soluzione “fa le bolle”, allora il bebè sarà maschio, se nulla invece accade, femmina.

Ora.

Che cosa significa “fare le bolle”? Se con questa frase intendiamo che il liquido così composto in qualche modo possa “bollire” e le bolle rappresentino dunque la fase dispersa che evapora, essendosi trasformata da liquida ad aeriforme… Come potrebbe avvenire? 

Posso tranquillamente assicurarvi che urina e bicarbonato non possono dare luogo ad una reazione esoergonica, ovvero in grado di liberare energia, né tantomeno di produrre calore… Per cui l’attendibilità di questo test è pressoché nulla.

La “banalità” della scienza

Il mondo medico offre quattro valide alternative per poter stabilire il sesso del nascituro:

  • a partire dalla decima settimana di gravidanza è possibile effettuare un test genetico condotto sul sangue materno, come l’Harmony Test. L’accuratezza di questi test è direttamente proporzionale al loro prezzo: elevatissima;
  • amniocentesi e villocentesi, esami invasivi e non privi di rischi, permettono di stabilire il sesso del nascituro con certezza assoluta, ma si eseguono solamente per motivi urgenti, ad esempio per stabilire la presenza di una malattia genetica;
  • fra la diciottesima e la ventiduesima settimana di gravidanza si effettua invece un’ecografia morfologica – di cui potete trovare qualche esempio qui la quale permette di osservare tutti gli organi del feto già formati.

In conclusione, mi sento di dirvi che – anche se con questo piccolo pezzo spero di avervi strappato una risata – affidarsi alla scienza è sempre il gesto migliore da compiere, perché se capire se il bambino che sta per arrivare sia un maschio o una femmina è un qualcosa su cui è “concesso” sbagliare, per tante altre questioni di salute, no.

Tilde

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